Medici di famiglia, ne mancano 91 

Pianeta sanità. La Provincia fotografa il fabbisogno in tutto l’Alto Adige, elencando le zone carenti per l’assistenza primaria ai pazienti I dati del 2019: a Bolzano ne servono 20, a Merano 9, a Bressanone 6, a Brunico 5. Rubino (Fimmg): «Situazione difficile, siamo in forte ritardo»


Valeria Frangipane


bolzano. In Alto Adige lavorano 286 medici di famiglia, ne mancano 91 e nell’arco dei prossimi 4/5 anni andrà in pensione il 30% degli attuali professionisti. La provincia resta insomma in grave sofferenza, come del resto sta soffrendo tutta Europa. Si stima - infatti - a livello nazionale un’emorragia di 45.000 medici in 4 anni per effetto dei pensionamenti e che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici del servizio sanitario nazionale. Allarme ancora maggiore a 9 anni: al 2028, infatti, saranno andati in pensione 33.392 medici di famiglia e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676 professionisti della sanità.

La lista per il 2019

E la questione medici di base preoccupa, non poco, l’Azienda sanitaria con il direttore generale, Florian Zerzer, che ha appena stilato l’elenco ufficiale delle zone carenti che sarà pubblicato anche nel Bollettino ufficiale della Regione. La lista fotografa il fabbisogno in tutto l’Alto Adige per il 2019 e ci dice che a Bolzano servono 20 medici di base (il dettaglio dice anche che 1 posto è vincolato all’apertura almeno due volte a settimana nel quartiere di Oltrisarco-Aslago; 1 posto si libera dal primo aprile 2019 ed un altro dal 26 settembre); ad Appiano servono 6 professionisti, a Merano 9, a Bressanone 6, Alta Val d’Isarco 6, a Brunico 5.

Fimmg: situazione difficile

Luigi Rubino - segretario della Fimmg - la Federazione nazionale dei medici di medicina generale - parla di situazione molto difficile: «Siamo in forte ritardo perchè negli anni passati è stato disatteso il contratto nazionale, non sono stati banditi posti perchè a tanti colleghi andava bene lavorare con tanti pazienti e quindi non è stata fatta una corretta pianificazione. Oggi con la penuria di medici che c’è fatichiamo più degli altri a trovarli. Arrivano infatti col contagocce visto lo scoglio del patentino e del bilinguismo».

Il dettaglio ci dice che tra distretti ed ambiti territoriali in Val Gardena mancano 2 medici, a Nova Ponente 3, Castelrotto 1, S. Genesio 3, Sarentino 1, Andriano 1, Laives 3, Aldino 1, Egna 2, Cortaccia 1, Alta Venosta 2, Media Venosta 4, Naturno 2, Lana 2, Val Passiria 2, Chiusa 3, Valle Aurina 2, Valdaora 1, Monguefo 2 e Marebbe 1.

Gli incarichi provvisori

Rubino spiega che si riescono a coprire i posti facendo ricorso ad incarichi provvisori (previsti dal ministero della sanità) che però costringono i pazienti a cambiare punto di riferimento e poi si continua ad andare avanti a suon di deroghe al massimale. «La legge stabilisce per ciascun medico una quota massima di 1.575 pazienti che può arrivare a 1.800 ma in troppi casi andiamo avanti in deroga superando anche i duemila. La sintesi è una sola: l’una tantum si è trasformata in prassi. E questo non va bene».

Il segretario Fimmg spiega che la professione negli anni si è fatta sempre più complicata e che le incombenze burocratiche soffocano l’attività quotidiana. «Poco prima della fine del mese di febbraio - per la precisione il 27 - ci sono arrivati i nuovi codici di esenzione per l’invalidità che sarebbero scattati da lì al primo di marzo. Non ci vuol molto a capire che non si può lavorare in piena epidemia influenzale, affrontando nuove incombenze». E in questo scenario l’Asl deve riuscire a tenersi stretti i suoi medici visto che il Nord Europa ce li sta strappando. In Alto Adige arrivano “procacciatori” che propongono stipendi molto più alti offrono la casa, la macchina, c’è pure chi si dice disposto a trovare lavoro alla moglie o alla fidanzata. E stanno facendo lo stesso anche con gli infermieri.















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