ACCOGLIENZA

Merano, la Provincia cambia idea: i profughi minorenni non andranno più allo Zarenbrunn

L'Ordine teutonico offre gratis l'uso di una ex pensione nei pressi dei Giardini Trauttmansdorff dove saranno alloggiati 25 stranieri non accompagnati. Inizialmente erano destinati allo storico palazzo che ospita il Centro russo



MERANO. Alla fine l'hanno spuntata i russi. I 25 profughi minorenni non accompagnati destinati a diventare inquilini dello Zarenbrunn a Maia Alta, l'edificio che ospita il centro russo e la chiesa di San Nicola Taumaturgo, sono stati dirottati in un altro stabile, un albergo non più in uso da tempo. A sbrogliare la matassa che l'annuncio della Provincia aveva originato, condita da schermaglie diplomatiche, ci ha pensato l'Ordine teutonico, proprietario della palazzina già pensione San Valentin. Lo stesso Ordine, per intendersi, che di recente ha ceduto al Comune il Maiense in cambio del terreno presso la sede della Giardineria municipale di via Innerhofer per costruirvi, nei prossimi anni, una casa di riposo. Un giro d'affari da circa 3 milioni di euro, quello, mentre alla Provincia la congregazione religiosa metterà a disposizione l'immobile a titolo gratuito.

L'ex albergo si trova nelle vicinanze dei Giardini di Trauttmansdorff, dunque ben più discosto rispetto allo Zarenbrunn. La struttura, sostiene la Provincia, in confronto alla precedente soluzione offre una serie di vantaggi. La distribuzione interna degli spazi sarebbe più adatta all'utilizzo cui è destinato. Si sforbiciano così i costi di adattamento che sarebbero serviti intervenendo allo Zarenbrunn. «Ho sempre sottolineato la nostra disponibilità a prendere in esame soluzioni alternative, se queste garantiscono lo stesso risultato» ha commentato Martha Stocker, assessore provinciale alle politiche sociali. «Il nostro obiettivo primario è quello di avere posti aggiuntivi per coprire il fabbisogno».

La notizia placherà le voci del dissenso alla decisione che si erano alzate all'indomani dell'ipotesi della Provincia di sfruttare parte del complesso dove alloggia il centro russo per ospitare i minori stranieri non accompagnati. Avevano avuto gioco facile le opposizioni a criticare la debolezza del sindaco e della sua giunta nei confronti della Provincia sul tema dell'accoglienza: già due strutture destinate all'uso in città abitate da 140 migranti, le quote raggiunte e l'adesione alla Sprar sono tutti elementi che non hanno minimamente influenzato palazzo Widmann nel decidere di dirottare a Merano altri profughi, seppur minori. Ma ad agitare gli animi era stata soprattutto la scelta dell'alloggio.

La villa Zarenbrunn era stata ceduta dal Comune alla provincia con l'impegno di destinarla allo sviluppo dei rapporti fra Alto Adige e Russia, la cui comunità è storicamente significativa a Merano. Fra i malumori dei residenti della zona, la presidente del centro russo Bianca Marabini Zöggeler si era opposta da subito con fermezza all'idea e in suo soccorso era giunto l'ex governatore Durnwalder, da sempre attore delle relazioni fra Mosca e Bolzano, con una lettera firmata da una serie di personalità che definiva "oltraggiosa" la decisione e affermava di portare a conoscenza di quanto stava accadendo anche le autorità russe, italiane e la diplomazia che si occupa delle relazioni fra i due paesi. Divergenze di opinioni s'erano create anche in seno all'esecutivo comunale: Verdi colti di sorpresa, Svp che storceva il naso, Zaccaria (Alleanza per Merano) che richiamava la Provincia a rispettare gli accordi e lasciare lo Zarenbrunn in toto ai russi, Zanella (Pd) che invece vi intravedeva un'opportunità di integrazione. Tutto cancellato. Almeno per ora.













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