IL RE DEGLI OTTOMILA

Messner «levissimo»: «Lo spot? L’ho girato con la controfigura»

"Svelo subito il mistero sull’ambientazione
E’ il Monte Bianco e ovviamente si gira anche in studio I compensi? Al museo


Francesca Gonzato


BOLZANO. Di nuovo lui, tra le sue montagne, a scandire «altissima, purissima, Levissima». Reinhold Messner è di nuovo protagonista dello spot dell’acqua Levissima. Un ritorno che rievoca lo spot di diversi anni fa, che diventò un tormentone ed è rimasto nella memoria. Questa volta Messner affronta una cascata di ghiaccio e viene catturato da un canto misterioso che lo conduce a una grotta. Là scopre la sorgente dell’acqua e scatta la famosa battuta. Fan e antipatizzanti si scatenano nei forum specializzati in montagna e pubblicità. Fanno le pulci allo spot, dall’abbigliamento sponsorizzato alle eventuali controfigure. Messner alza le spalle e spiega che ha altro da fare. Sta lavorando a un film sulla tragedia del Nanga Parbat.
 Alle curiosità sullo spot risponde punto per punto. Sì, sono state utilizzate controfigure sul set e non c’è da fare ironia sul vederlo in mezzo ai ghiacci, anche dopo i 60 anni. «Abbiamo girato un po’ sul Monte Bianco e un po’ in studio. Nella pubblicità e nel cinema si lavora così».
 Ma prima il film. E’ da molto che l’alpinista pensa a una sceneggiatura sulla spedizione che nel giugno 1970, sul Nanga Parbat, costò la vita al fratello Günther e provocò decenni di accuse, veleni e cause sul suo ruolo. Adesso c’è più di un’idea. «Stiamo lavorando allo script, c’è anche il nome del possibile regista». Si tratta di Joseph Vilsmaier, autore di «Stalingrad». Messner anticipa che se la produzione partirà, «sarò coinvolto al massimo, anche se certo non come attore. Voglio lasciare un’opera vera, che resti negli anni».
 Perché riaprire quella ferita? «Il cinema è un modo di raccontare le cose che conosco e che ho visto, come i libri e i miei musei». Il progetto sul Nanga Parbat non è l’unico. «Dagli Stati Uniti mi è arrivato un copione sullo Yeti: non so se mi convince. Poi ci sono almeno tre proposte sulla mia vita».
 Intanto però, Levissima.
 «Dopo lo spot degli anni Novanta avevo smesso, per rispetto verso il mio impegno come parlamentare europeo. Adesso mi hanno proposto questa nuova storia. Mi è sembrata valida e sono andato a girare». Nei siti se ne discute. «Non leggo i forum, c’è un livello di informazione molto basso. A dire la verità, non ho neppure visto lo spot in televisione. Ho assistito alla proiezione al termine della lavorazione, quando ho dato il mio ok».
 Messner ritrova la sua acqua andando direttamente alla sorgente, seguendo il filo di un canto attraverso la cascata ghiacciata. L’alpinista è attrezzatissimo. Tutto abbigliamento Salewa. Sempre attraverso i siti si ritrova l’elenco puntuale dei capi utilizzati nell’impresa-spot. C’è anche «Scarpa» che rivendica di avere fornito le calzature. «Le sponsorizzazioni sono una cosa normale», replica Messner. Non rivela il compenso, ma chiarisce: «Si tratta di fondi che andranno al museo. L’ho fatto per questo».
 Nei forum sono implacabili, ma Messner trova anche sostenitori che ricordano ai più acidi «è stato uno dei più grandi himalaisti, se non il più grande». Gli altri incalzano «ma c’è una controfigura?», «Se fosse lui, sarebbe ancora in forma». La replica: «Lo pagano e se lo è meritato». Tra gli alpinisti il gioco è scoprire la montagna utilizzata nello spot. I consumatori critici aggiungono «quell’acqua non appartiene alla Nestlè, ditta sotto boicottaggio? Perché ci lavora?».
 Messner svela tutto, nessun problema. «Certo che c’è la controfigura, non sanno come lavorano i registi?». Buona parte dello spot vede l’alpinista con il volto coperto per proteggersi dal freddo.
 Per trovare la montagna non occorre andare lontano: «E’ il Monte Bianco. Ma la cascata di ghiaccio è stata anche ricostruita in studio, ovviamente. Una parte delle immagini sono state girate lì».
 Un altro sito: «Quasi di soppiatto, ma è tornato. Finalmente è ancora tra noi e stavolta fa quasi tenerezza. Sembra più l’uomo di un noto panettone (...), ma non importa a noi va bene anche “altissima, purissima, Levissima”. E lui, King Reinhold, è davvero insuperabile». Insomma, adorato o criticato, ogni volta che si muove fa notizia. «E’ vero, per fortuna è ancora così», ride e conclude la telefonata.













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