Migranti, via la mensa da Piazza Verdi 

Si sposta a Bolzano sud. Ok da Roma allo Sprar per minori


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Ristrutturata dal Comune con una spesa di 400 mila euro e gestita da San Vincenzo e Volontarius, la mensa per clochard e migranti aperta a fine 2016 in piazza Verdi, nei prossimi mesi emigrerà a Bolzano sud.«La spostiamo - annuncia il sindaco Renzo Caramaschi - all’interno della segheria Eder». Il Comune, a dicembre, ha acquistato per due milioni e 50 mila euro, una parte dell’immobile. L’edificio, che si trova al civico 16 di via Ludwig von Comini, una parallela di via Volta, è destinato ad ospitare il Centro emergenza freddo. Allestito provvisoriamente nei container di via Macello.

Nei prossimi mesi partiranno i lavori per adattare lo stabile alle nuove esigenze. Si calcola che ospiterà un centinaio di persone nel periodo invernale; ma il Comune punta a tenerlo aperto tutto l’anno per evitare accampamenti abusivi. Ipotesi questa che non piace alla Provincia preoccupata dall’idea che la struttura possa attrarre a Bolzano altri migranti. Quello che invece pare certo è che la mensa resterà aperta dodici mesi, come avviene oggi per la struttura di piazza Verdi che serve - a mezzogiorno e alla sera - dai 100 ai 120 pasti caldi. Lo spostamento a Bolzano sud è stato più volte sollecitato dalle forze dell’ordine e non solo da loro. «Nessuna volontà di emarginare - assicura il sindaco - ma piazza Verdi, a due passi dal centro storico, non è il luogo migliore». Tra le motivazioni dello spostamento anche il fatto che, in prospettiva, da piazza Verdi potrebbe partire la nuova funivia per il Colle, prevista dal progetto Benko per la riqualificazione della collina.

Intanto da Roma è arrivato il via libera allo Sprar per migranti minori non accompagnati. La domanda, presentata dall’Assb, in un primo tempo era stata respinto per errore. «L’idea - dice l’assessore Sandro Repetto - è quella di aprire nei prossimi mesi una struttura, gestita da una associazione, per una ventina di minorenni che arrivano a Bolzano e sono abbandonati a loro stessi. Già oggi vengono ospitati nei nostri centri, ma pensiamo ad un programma più strutturato che punta ad inserirli da una parte nel tessuto sociale e dall’altra vuole aiutarli a ricongiungersi ai familiari che spesso sono nel Nord Europa». Intanto è in calo la presenza di richiedenti asilo a Bolzano: dagli 830 dei mesi scorsi siamo passati ai 650 di oggi e nei prossimi mesi dovrebbero scendere di ulteriori 200 unità che verranno spostate nei comuni della periferia. A preoccupare il sindaco, il timore che, nei prossimi mesi, dal Ministero dell’Interno arrivino i primi respingimenti alle richieste di asilo: in media solo il 30% viene accolto. «Sulla carta chi non ottiene l’asilo - spiega Caramaschi - non è più ammesso all’assistenza internazionale e deve andarsene. Ma temo che non sarà così e allora bisognerà vedere come affrontare il problema».















Altre notizie

Attualità