Morì in moto, risarcimento di 500 mila euro 

La tragedia di Davide Simoni a Vadena. L’assicurazione ha liquidato l’importo che ritiene definitivo. Per la parte civile è solo un acconto La vittima aveva 17 anni. Si schiantò contro un’auto che non gli diede la precedenza. Il processo penale andrà a sentenza mercoledì prossimo


Mario Bertoldi


Bolzano. L’assicurazione cattolica ha liquidato 500 mila euro a titolo di risarcimento per la morte di davide simoni, il ragazzo di 17 anni deceduto in moto nell’incidente stradale avvenuto due anni fa nei pressi di vadena in località birti. il processo penale (con rito abbreviato) dovrebbe andare a sentenza mercoledì prossimo. la donna che era alla guida dell’auto (e provocò l’incidente a seguito di una mancata precedenza ad un incrocio) deve rispondere di omicidio stradale in quanto la procura (su indicazione della parte civile) le ha contestato l’aggravante della guida contromano. secondo la perizia che ha ricostruito l’incidente, al momento dell’impatto tra auto e moto l’imputata (che ha 38 anni ed è difesa dall’avvocato alessandro tonon), alla guida della propria chevrolet matiz nell’immettersi sull’arteria principale avrebbe effettuato la manovra in maniera poco accorta e sulla corsia di marcia sbagliata.

La dinamica.

In sostanza la donna non si sarebbe accorta dell’arrivo della vittima in moto. Davide Simoni si trovò sostanzialmente la strada sbarrata e non ebbe neppure il tempo di frenare o tentare una sterzata disperata.

L’attenuante.

La decisione della compagnia Cattolica di risarcire i genitori ed i parenti più stretti della vittima permetterà all’imputata di ottenere in fase di conclusione del processo penale il riconoscimento dell’attenuante del danno risarcito. L’assicurazione ha liquidato 200 mila euro a testa ai due genitori e 50 mila euro a testa a due nonni. La parte civile (con l’avvocato Francesco Coran) ha però contestato il calcolo del risarcimento ed è pronta a dare battaglia anche in sede civile. L’assicurazione ha infatti individuato un presunto concorso di colpa da parte del ragazzo deceduto che avrebbe avuto (secondo due consulenze tecniche della difesa) una velocità superiore a quella massima consentita nel punto dello schianto , che era di 40 chilometri all’ora. Dunque per l’assicurazione la liquidazione dei 500 mila euro rappresenta il risarcimento totale, per l’avvocato della parte civile (forte della ricostruzione del perito d’ufficio Pietrini) solo un acconto.

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