Negozi aperti il 1° maggio a BolzanoFavorevoli o contrari? SONDAGGIO

Uniti contro l’apertura dei negozi il 1º maggio sindacati e Unione. Cgil, Cisl, Uil, Asgb hanno proclamato per sabato una giornata di sciopero del commercio. Attaccano Confesercenti e lanciano un appello ai consumatori: non fate acquisti il 1º maggio: E voi cosa ne pensate?


Antonella Mattioli


BOLZANO. Uniti contro l’apertura dei negozi il 1º maggio sindacati e Unione. Cgil, Cisl, Uil, Asgb hanno proclamato per sabato una giornata di sciopero del commercio. Attaccano Confesercenti e lanciano un appello ai consumatori: non fate acquisti il 1º maggio. Oggi l’incontro co sindaco.
 Lo scontro è sulle deroghe. Venerdì 30 aprile i negozi possono restare aperti fino alle 22. 1º maggio: apertura permessa perché c’è il mercato di piazza Vittoria. Domenica 2 maggio: apertura permessa perché c’è la Festa dei Fiori in piazza Walther. I sindacati ieri in una conferenza stampa hanno spiegato le ragioni dello sciopero.
 No-stop. È innanzitutto una questione di principio: «Basta - hanno detto Ulrike Egger (Cisl) e Alex Piras (Asgb) - con questa mania dei negozi sempre aperti. Il nostro appello a non lavorare si rivolge a tutti: commesse e piccoli negozianti». L’orario no-stop per i sindacati è fatto ad uso e consumo delle grandi catene: «Solo loro - ha attaccato Maurizio Surian (Cgil) - possono permettersi questi ritmi che ammazzano i piccoli». E questa - per i rappresentanti dei lavoratori - è una contraddizione in una “provincia in cui si fanno le battaglie contro i centri commerciali in difesa dei negozi di vicinato”. Poi c’è l’aspetto economico: i lavoratori il 1º maggio guadagnano il 50% in più e hanno diritto al recupero infrasettimanale. «Ma - ha detto Remigio Servadio (Uil) - non si può ridurre tutto all’aspetto economico. Come non si può credere che aprire la domenica serva a contrastare gli effetti della crisi». Per i sindacati gli altoatesini vanno a fare acquisti fuori provincia non perché i negozi sono sempre aperti, ma perché si spende meno.
 Le deroghe. La legge provinciale consente ai commercianti di tenere aperto le domeniche di dicembre. A queste se ne aggiungono altre tre in cui è ammessa la richiesta di deroga; inoltre c’è la possibilità di tenere aperto in coincidenza di mercati e fiere. Critica dei sindacati: troppe deroghe. L’Unione commercio è d’accordo: «L’estensione degli orari di apertura alle domeniche e ai giorni festivi - affermano Walter Amort e Dado Duzzi, rispettivamente presidente e vicepresidente - sarebbe davvero problematica. Ciò vale quindi anche in occasione del 1º maggio». L’Unione si fa interprete del disagio della maggior parte delle aziende associate: contraria ad una liberalizzazione totale degli orari. «Tenere i negozi aperti 24 ore al giorno e 7 giorni su 7 - insiste Amort - è un’ipotesi da non prendere nemmeno in considerazione. Una continua espansione o un’eventuale liberalizzazione degli orari, inoltre, sarebbe il colpo di grazia per molte delle piccole imprese familiari altoatesine. L’attuale regolamentazione, che limita l’apertura domenicale a casi ben precisi e nei comuni a vocazione turistica, è un compromesso sensato al quale non si deve rinunciare».
 Confesercenti. I sindacati puntano il dito contro Confesercenti che con la decisione di fare il mercato di piazza della Vittoria sabato ha fatto scattare, automaticamente, la possibilità di apertura per i negozi. «Almeno - hanno detto - potevano spostarlo a domenica 2». Ma il rappresentante degli ambulanti di Confesercenti Mirco Benetello contesta questa spiegazione: «Non abbiamo alcuna responsabilità. In base alle norme non c’è possibilità di spostare la data del mercato che se cade in un festivo o si fa quel giorno o non si fa proprio. In tempi di crisi gli ambulanti non possono permettersi di perdere un giorno».













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