Nuova autostazione, durerà almeno 10 anni 

Ieri mattina l’inaugurazione per la struttura dedicata ai bus extraurbani Addio alla sede storica in via Perathoner. Oggi, lunedì, la prova del traffico


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Non ha tanto l’aria di essere provvisoria la nuova stazione dei bus. Anche se è nata per esserlo. Tanto che Arno Kompatscher, prima che qualcuno glielo chieda , rivela il suo orizzonte: «L’Areale non arriverà prima di dieci anni». Traduzione: nel 2029. Se va bene. Se da qui al prossimo accordo con Rfi, gli appalti, il cantiere, i risanamenti ambientali (solo per la stazione di via Renon hanno causato ritardi di due mesi) non accadrà nulla in grado di far slittare la data di almeno un paio d’anni.

Perché questo nuovissimo polo della viabilità integrata di via Renon è nato con due obiettivi: consentire l’abbattimento della vecchia stazione in via Perathoner per avviare il progetto Benko e dotare Bolzano di uno snodo intermodale del trasporto pubblico su gomma in attesa che il progetto Podrecca per l’Areale ci consegni quello definitivo previsto sotto i binari dei treni. Insomma una provvisorietà poco provvisoria .

E infatti il sindaco , stretto accanto al governatore e ai vertici Sta ieri mattina nel freddo polare dell’inaugurazione, non ha mancato di osservare come la stazione «è sì a tempo, ma ha grande qualità». Capace cioè di reggere per ben più di un decennio. Sei mesi di lavoro e dai tre ai quattro milioni di euro: ecco intanto quanto è costata.

Ma il salto logistico, operativo e funzionale è evidente. «È il primo esempio di centro realmente intermodale non solo a Bolzano ma in tutta la provincia», ha commentato Andrea Saccani, uno dei progettisti. La ragione? Qui c’è tutto. In pochi metri si potrà scendere dal metrobus ( che sfila a fianco), salire sui bus Sad, riprendere un bus Sasa oppure andarsene in treno, il cui primo binario è accessibile direttamente sul fianco del centro servizi, l’info point fresco di vernice verde.

È dunque un prototipo la nuova autostazione di via Renon. Un test su cui costruire l’altro snodo intermodale in programma, quello di Ponte Adige dove confluiranno binari MeBo, bus, metrobus e pure il futuro tram dal centro. Un prototipo su cui la Provincia conta molto. «È un passaggio decisivo" hanno detto insieme Kompatscher e Martin Ausserdorfer di Sta, il braccio operativo infrastrutturale di palazzo Widmann. Inteso come elemento capace di rendere ancora più competitivo il trasporto integrato e l’intera mobilità territoriale. Il quale territorio era ben rappresentato da molti suoi sindaci, tra cui Bianchi e il suo vice a Laives.

Ma questa realizzazione segna anche un punto a favore della "liaison" del rapporto molto cordiale e diretto tra Caramaschi e Kompatscher, senza la cui costante intesa tanti passaggi sia della riqualificazione in partenza del centro benkiano, che la stazione, realizzata in tempi così rapidi, non sarebbe stata possibile. Una nuova stagione di rapporti meno freddi che in passato «sui quali Bolzano conta molto, anche in vista delle future grandi opere infrastrutturali».

Di cui, in fondo, questa stazione costituisce la prima realizzazione. Ci si aspettava qualche inghippo, il primo giorno di operatività dello snodo di via Renon. Anche per i bus urbani. E infatti c’era anche Stefano Pagani, presidente di Sasa, a guardare come stava risolvendosi la questione, visto che le sue fermate erano state tutte rivoluzionate, arrivando a contarne otto di nuove lì, nei paraggi. Ebbene, tutto è sembrato funzionare, anche le rotonde poste all’ingresso e all’uscita della stazione. Per la sua parte , Kompatscher si è premurato di chiedere «pazienza agli utenti, nel caso ci fossero dei problemi o qualche giorno di confusione con nuovi orari e collocazione dei bus».

Ma ha promesso una cosa: nelle prossime settimane si terrà monitorato lo schema viabilistico e, nel caso, si procederà a mettere a punto i cambiamenti necessari. Certo, un esame importante potrebbe essere oggi, lunedì, con la riapertura di scuole e uffici ma la sensazione è che la nuova disposizione della viabilità possa assicurare una maggiore fluidità nei passaggi.

Perché se prima i bus in entrata nella stazione di via Perathoner dovevano fermarsi in mezzo a via Garibaldi per svoltare a sinistra verso i loro stalli provocando inevitabili code tra le macchine in attesa della manovra, ora l’ingresso è diretto e i bus si possono immettere nei flussi di traffico con maggiore sicurezza.

Dentro invece funziona così: i mezzi che arrivano dal centro, cioè da sud si fermano sul fianco sinistro dell’autostazione, quelli da nord su quello destro, evitando quindi di incrociarsi. Per poi fuoriuscire dalla rotonda vicino alla stazione o in quella accanto alla funivia del Renon. Una domenica tranquilla, dunque. Vediamo il lunedì .















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