Oltrisarco, nel parcheggio bivacchi tra le siringhe 

La situazione di estremo degrado in piazza Nikoletti, vicino all’istituto Lévinas Il consigliere di Circoscrizione Kevin Morghen chiede soluzioni, ma anche aiuti 



BOLZANO. Le recinzioni messe lo scorso anno non sono bastate. E così, anche ora, le rampe delle scale di emergenza del parcheggio interrato Rosenbach, in piazza Nikoletti a Oltrisarco, rimangono uno dei luoghi preferiti dove i senzatetto trovano riparo e i tossicodipendenti possono “bucarsi” o fumare crack lontano da occhi indiscreti. I resti di questi bivacchi, a cui si aggiungono quelli lasciati dagli incontri di qualche prostituta con i suoi clienti, sono l’indecente testimonianza di questo mondo “parallelo”. Un mondo nascosto, fatto di degrado e disperazione. Una situazione ancora più allarmante se si tiene conto che, a soli pochi metri, c’è anche Scuola provinciale per le professioni sociali “Emmanuel Lévinas”. Non si tratta solo di una situazione di degrado, insomma, ma di un vero e proprio problema di igiene pubblica visto che quelle scale possono essere frequentate non solo dagli utenti del parcheggio, ma anche dagli studenti del vicino istituto. A sollevare la questione, solo qualche giorno fa, è stato il consigliere di circoscrizione di Alto Adige nel Cuore, Kevin Morghen.

«Innanzi tutto, bisogna evitare gli accessi non desiderati nelle ore notturne – spiega Morghen – , aumentare l’illuminazione in alcuni punti più bui e rafforzare i controlli. Ma anche questa non può essere la soluzione definitiva ad un problema che è molto più vasto e complesso». Parole che il giovane politico pronuncia dopo che, nei giorni scorsi, a seguito della sua segnalazione, i vigili di quartiere hanno aumentato il loro passaggi e la Seab ha provveduto a più riprese a ripulire le scale e sono intervenuti anche i custodi della scuola. Anche se, come sottolinea il consigliere, di sabato e domenica Seab non svolge servizio e così, lunedì mattina, gli utenti si ritrovano davanti agli occhi lo stesso spettacolo indecente. «Non basta certo mettere barriere e cancelli – spiega – ma credo sia necessario compiere un’analisi più profonda per risolvere il problema all’origine e fare in modo che quelle persone vengano prese in carico da servizi competenti e accolte nelle strutture più adatte per proteggerle e avviare per loro un percorso di reinserimento». Chiudere gli spazi, insomma, costringerà prostitute e tossicodipendenti a trovarne di nuovi, altrove. Il problema, in poche parole, non verrà risolto, ma semplicemente spostato in altre zone del quartiere o della città. Per questo, al tavolo di confronto che s’è svolto ieri sera su richiesta di Morghen, oltre ai rappresentanti di Comune, Provincia e dell’istituto Lévinas, sono stati anche invitati anche operatori dell’associazione Volontarius, proprio per compiere un’analisi della situazione insieme a loro e valutare eventuali modalità d’intervento. «Troppo facile limitarsi a segnalare un problema – conclude Morghen – magari proponendo cancelli, barriere e pugno di ferro. No, io ritengo che occorra un atteggiamento più responsabile, che occorra adoperarsi per trovare soluzioni vere e definitive, che prendano in considerazione tutti gli aspetti di una situazioni».

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