Ondata di gelo: salve le mele ma seri danni per i vigneti

Nella notte tra lunedì e martedì si sono registrate temperature sotto lo zero: a rischio i fiori L’esperto: «A soffrire maggiormente sono state le viti allevate a guyot, meglio quelle a pergola»


di Bruno Tonidandel


EGNA. È passata, per fortuna, l'ondata di gelo ed ora gli agricoltori della Bassa Atesina tirano un sospiro di sollievo ma moltissimi contano i danni. Sì, perché soprattutto la prima notte di brinata, quella fra lunedì e martedì scorso, ha lasciato il segno. Ad essere penalizzati sono stati i vigneti, mentre per le mele si può dire che si sono salvate quasi ovunque. «Sì - ci dice Reinhard Dissertori, presidente del distretto Bassa Atesina del Bauernbund - sono molti i viticoltori ad essere stati penalizzati da quella notte di gelo. A soffrire maggiormente sono state le viti allevate a guyot, mentre quelle a pergola hanno resistito meglio ai 2, 3 gradi sotto le zero perché più in alto rispetto alla fascia più fredda del terreno. Ad essere danneggiati sono stati anche gli agricoltori - ha soggiunto Dissertori - che hanno messo a dimora le viti lo scorso anno e che quest'anno, per la prima volta hanno emesso i primi germogli. Questi, quasi a contatto con erba e terreno, sono stati letteralmente bruciati dalla brinata e gli effetti si notano solamente in questi giorni. Di conseguenza il danno è costituito praticamente dal mancato raccolto di una vendemmia». E gli impianti antibrina? Perché non sono stati azionati? Questo sistema contro i ritorni di freddo, durante la notte fra lunedì e martedì, sono stati messi in moto solamente per proteggere i meli. Non è stato infatti possibile azionare le pompe sui vigneti in quanto il peso del ghiaccio che si sarebbe formato sui teneri tralci li avrebbe spezzati e il danno sarebbe stato ancora maggiore. Altre considerazioni per i meli. Qui gli impianti a pioggia artificiale dovrebbero effettivamente aver salvato il raccolto. Il condizionale è d'obbligo, poiché il danno da gelo lo si può riscontrare fra un mesetto dopo l'allegagione. Si tratta della fase iniziale dello sviluppo dei frutti successivo alla fioritura. Caduto il fiore, si verifica il processo di impollinazione, provocato dal vento o dalle api, e successiva fecondazione. È questo uno dei momenti più importanti e più delicati dello sviluppo del futuro raccolto. E il gelo avrebbe potuto interrompere questo processo mandando in fumo l'intera o parziale produzione. Quindi valutare i danni nei frutteti dopo la gelata tardiva è ancora prematuro, si dovrà aspettare la fine di maggio e l'inizio di giugno. «D'altro canto -continua Dissertori - siamo stati fortunati in quanto, dopo il gelo fra lunedì e martedì notte, ci si attendeva una brinata ancora più rovinosa con temperature di meno 4 o 5 gradi, per la notte successiva. Questo evento non è accaduto dato che il cielo si è coperto di nubi, bloccando la colonnina del termometro. Ciò non è avvenuto in Austria e in Germania, i cui frutticoltori e viticoltori si stanno disperando».

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