Pagani: «Sasa, i nuovi bus sono ibridi» 

Verdi critici con la Provincia che finanzierà l’acquisto di mezzi diesel. Mussner: «L’elettrico non va bene in ogni situazione»  


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Alla giunta provinciale si chiede di revocare l'acquisto di 124 autobus a gasolio, in quanto sono i principali responsabili delle emissioni di biossido di azoto. Per questo è assolutamente incomprensibile l'acquisto di mezzi a gasolio che dovranno poi circolare a Bolzano, dove l'inquinamento nell'aria di NO2 supera il limite di legge. Si invita pertanto la giunta provinciale ad acquistare autobus elettrici e a gas metano». La richiesta arriva da Norbert Lantschner, consigliere comunale verde, a pochi giorni di distanza dall’annuncio che da gennaio 2019 i diesel Euro 3 verranno bloccati in certe fasce orarie, se le misure anti-inquinamento studiate e attuate nel frattempo da Provincia e Comuni, non dovessero bastare per limitare le emissioni di biossido di azoto. La concentrazione di questo inquinante supera i limiti, fissati per legge, vicino all’autostrada, ma anche in diverse strade cittadine, strette tra file ininterrotte di case, dove si verifica l’effetto “canyon”. Il blocco è per ora solo un’ipotesi ma è stato sufficiente a provocare le reazioni delle categorie economiche.

La domanda a questo punto è: ma se ad inquinare sono soprattutto i diesel perché la Provincia finanzia con 36 milioni l’acquisto di 124 autobus diesel per Sad e Sasa, invece che puntare su elettrico o idrogeno?

«Di questo acquisto - spiega l’assessore provinciale Florian Mussner - si parla da almeno due anni. Dobbiamo rinnovare la flotta, puntando ovviamente su mezzi più puliti. Ed è quello che stiamo facendo: i diesel che andiamo ad acquistare sono euro 6, ovvero quelli di ultimissima generazione e quindi con il più basso livello di emissioni. A Bolzano in particolare abbiamo anche mezzi ad elettrico e idrogeno, ma su certe strade di montagna dobbiamo per forza di cose usare autobus a diesel».

Dei 124 nuovi mezzi, finanziati dalla Provincia, 38 sono destinati alla Sasa che otterrà un finanziamento di 10 milioni.

«Inizialmente - spiega Stefano Pagani, presidente Sasa - quando un paio di anni fa si è cominciato a discutere dell’acquisto, si era pensato di prendere gli Euro 6 diesel, alla fine però quando si è trattato di preparare il bando - che verrà pubblicato non appena ci sarà la delibera della Provincia - abbiamo optato gli autobus ibridi».

Come funzionano?

«Sono un mix di diesel ed elettrico. In pratica tutta la parte relativa alle manovre, le fermate e lo spunto al momento della partenza vengono fatte ad emissioni zero. L’obiettivo, nell’arco di 10-15 anni, è avere un trasporto pubblico pulito, senza emissioni».

Perché non prendere subito tutti bus elettrici?

«Perché gli esperti ci dicono che la fase sperimentare si concluderà alla fine di quest’anno, quindi la produzione dei mezzi andrà a regime. A luglio comunque entreranno in servizio i primi cinque bus elettrici».

Su quali linee?

«Principalmente sulla linea 18 che arriva a Bolzano sud, nella zona del Parco tecnologico per intenderci».

I bus elettrici costano di più.

«Sì. Se in media un bus diesel costa intorno ai 300 mila euro, l’elettrico ne costa 500»

E per la ricarica come fate?

«Nella nuova stazione dei bus che verrà realizzata in via Renon sarà realizzata una struttura per la carica veloce: 5 minuti e il bus può ripartire ed ha una grossa autonomia».

Attualmente in città circolano cinque bus ad idrogeno, come sta andando la sperimentazione iniziata 5 anni fa?

«Bene. Tanto che nell’arco di un anno e mezzo massimo due arriveranno dieci nuovi mezzi ad idrogeno nell’ambito di un progetto europeo».













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