il volontariato in alto adige 

Parco Cappuccini, l’abbraccio delle associazioni

BOLZANO. Ecco il parco che vive. Lo hanno riempito centinaia di uomini e donne impegnati nelle associazioni sparse ovunque in Alto Adige, tra valli e città. Volontari, coadiutori, soci e presidenti,...



BOLZANO. Ecco il parco che vive. Lo hanno riempito centinaia di uomini e donne impegnati nelle associazioni sparse ovunque in Alto Adige, tra valli e città. Volontari, coadiutori, soci e presidenti, segretari e artisti in rappresentanza di quella fitta rete che tiene in piedi intere comunità in cammino trovando nella cultura e negli eventi occasioni di condivisioni sempre più difficili in altri ambiti. Il parco è quello dei Cappuccini e la piazza, fisica e virtuale, è stata quella del Trevi che ha vissuto giovedì le sue "porte aperte" nell'occasione dei 20 anni di questo centro nato in sordina, stretto in luoghi una volta angusti e oggi molto più estesi dopo l'"addizione" della biblioteca Claudia Augusta e, per ultimo, l'allargamento verso il parco. Che diventa, proprio grazie al Trevi, quello che ha sempre sperato di essere, un salotto verde, spazio recuperato alla città e ai suoi abitanti. "É alle viste il piano complessivo di riqualificazione - annuncia Christian Tommasini - ma è già subito attuabile il piano culturale per un suo nuovo utilizzo". Perchè, come il Trevi è luogo di coordinamento tra associazioni e istituzioni così il parco si avvia a diventare snodo fisico di collegamento e connessione visibile. E infatti ruotano intorno il Trevi, appunto, la Claudia Augusta e il teatro comunale visto che con lo Stabile è in corso un piano di utilizzo degli spazi in comune. E questa rete che si ritrova nel verde si è materializzata: la musica con la banda Mascagni in concerto, lo sport col "Cerchio nell'arte", la montagna con i gruppi Ana, i giovani e il teatro attraverso l'attuazione di progetti e programmi. Per il vicepresidente della Provincia quell'angolo di via Cappuccini con estremi architettonici sul Teatro, la biblioteca e il Centro Trevi e con il corollario della galleria Casciaro non è altro "che l'immagine fisica di una tessitura di reti che è iniziata vent'anni fa e che oggi tira le fila di un successo che ha stupito anche noi". E ha avuto il suo bel daffare anche Claudio Andolfo, il capo ripartizione cultura della Provincia, a smistare il traffico e a regolarlo in quelle lunghe ore in cui le associazioni si sono mostrate in carne ed ossa ad affollare il loro "centro di coordinamento". Tante di Bolzano ma tantissime anche dal territorio a testimoniare una presenza del gruppo italiano che, sfidando le crisi di identità, dai sindacati ai partiti, mostra una sua profonda vitalità. Come se proprio la cultura fosse ancora il luogo della trasmissione non solo del pensiero ma anche di una presenza umana, piattaforma su cui costruire nuove relazioni tra le persone e i gruppi. E, a proposito di gruppi, la giornata si è conclusa con la foto di gruppo che vedete, con donne e uomini impegnati nei gruppi di volontariato, tra teatro, musica, cultura, sport. Con una grande voglia di continuare ad esserci.(p.c.)















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