Le indecisioni del governo sulla patrimoniale seminano il panico. Gli istituti di credito altoatesini tranquillizzano

Paura della crisi: boom di chiamate alle banche

Risparmiatori disorientati: corsa all'acquisto dell'oro e c'è anche chi liquida il conto


Valeria Frangipane


BOLZANO. La paura di un prelievo forzoso sui conti correnti per risanare le cassi esangui dello Stato ha spinto più di un altoatesino ad infilarsi in banca, chiudere il deposito, per farsi dare un bell'assegno circolare. Così gli istituti di credito: «Casi sporadici di chi pensa di risolvere tutto coi soldi sotto il materasso. Niente panico!».

È successo tra mercoledì e giovedì quando, dalle notizie che imperversavano sul web, sembrava che il governo avesse deciso di attivare entro 48 ore un prelievo forzoso sui conti correnti. C'è chi diceva che sarebbe stato tra l'1 ed il 2%, chi spiegava capendone ancor meno, che no, sarebbe stato tra l'1 ed il 2 per mille. Chiacchiere da bar, chiacchiere da coda al supermercato che però hanno avuto un contraccolpo con più di un risparmiatore che si è infilato in banca e si è fatto fare un bell'assegno circolare per chiudere il conto e dormire tranquillo.

Moritz Moroder, direttore generale della Cassa di Risparmio, chiede di tenere i nervi saldi. «Posso dire che la paura di un prelievo forzoso e la voce amplificata dall'incertezza di una possibile patrimoniale hanno spinto qualche sporadico cliente soprattutto nelle zone di confine (Brennero, San Candido, Malles) a ritirare il denaro per portarlo altrove ed ha spinto qualcun altro a tenere il denaro sotto il cuscino, questione che - sorride - non ha davvero alcun senso anche perché se lo Stato decidesse veramente di intervenire con un prelievo forzoso, paura ormai superata, tirare fuori i soldi il tal giorno non serve a nulla».

Vi siete mai trovati in una situazione simile?. «Sì, ci è già successo in passato quando il prelievo poi c'è stato e credo possa succedere ancora ma vogliamo tranquillizzare la popolazione, che comunque ci chiede consigli, e dire che non corre alcun pericolo e che deve imparare a fidarsi ancora di più in momenti come questi, delle banche locali».

Sulla stessa lunghezza d'onda Nicola Calabrò, direttore generale della Banca di Trento e Bolzano che stempera i toni ma non nega il momento di forte incertezza: «Non abbiamo avuto fenomeni significativi di richieste di prelevamento, ma poche situazioni isolate e marginali. Sicuramente abbiamo dovuto fare un'attività più intensa di consulenza verso la clientela. In questa fase abbiamo deciso di intensificare i contatti che effettuiamo in situazioni normali perché riteniamo che un contributo di informazione possa aiutare ad evitare di fare scelte impulsive dettate dall'emotività ed a volte generate dalla confusione del bombardamento di notizie negative. In generale riteniamo che affrontare anche fasi delicate e complesse, come quella stiamo vivendo con razionalità e completezza di informazione sia assolutamente importante per aiutare i clienti. In sintesi, consigliamo: "nervi saldi", diversificazione negli investimenti, e per i risparmiatori più propensi al rischio, di sfruttare questa fase per cogliere le opportunità derivanti dal basso livello raggiunto dai corsi azionari».

Peter Mayr di Südtirol Bank spiega che nessuno dei suoi clienti ha ritirato nulla: «Abbiamo a che fare con imprenditori, professionisti ed in generale con una clientela di livello, ben informata, che non ha spostato un euro. Non nego però che il momento sia di forte confusione e che in un'Italia piena di fantasia non si possa escludere nulla».

Walther Andreaus, direttore del Centro tutela consumatori conferma il momento di forte incertezza: «Siamo bersagliati da richieste di informazioni, la gente ha paura ed è disorientata per quel che potrà succedere, sappiano che qualcun che si è fatto prendere dal panico ha chiuso i conti ma ci risulta che siano stati in pochi. Il risparmiatore ci chiede consigli, vuol sapere se gli conviene investire nel mattone e so che in tanti comprano i lingotti d'oro. Sappiamo di parecchi sudtirolesi che vanno nelle banche di Innsbruck dove hanno più facilità a farseli dare».

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