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Perseguita la ex che vuole rifarsi la vita: condannato a Bolzano

Uno straniero sposato con un’altoatesina dovrà scontare 1 anno e 4 mesi. Lui riteneva «di essere stato disonorato» e ha pure minacciato di tagliarle il naso



BOLZANO. In anno e quattro mesi di reclusione. E’ la condanna inflitta ieri dalla giudice Carla Scheidle ad un cittadino iraniano domiciliato a Gries am Brenner in Austria e trapiantato per un certo periodo in Alto Adige ove aveva avviato una relazione d'amore con una donna sudtirolese dell'alta valle Isarco che aveva sposato. L’uomo era finito sotto processo con l’accusa di atti persecutori, il cosiddetto stalking. In sostanza, dopo la decisione della moglie di chiudere il rapporto sentimentale, l’uomo non aveva trovato di meglio che trasformare la vita della sua ex in un incubo. In questa storia c'è di mezzo anche il futuro della figlioletta della coppia che vive con la mamma e che nel corso della vicenda era diventata inconsapevole alibi per permettere all'uomo di far ritorno periodicamente nella casa della ex compagna. Nell'atto di separazione in sede civile il giudice aveva infatti riconosciuto all'uomo il diritto di vedere la bambina, secondo tempi e modi prestabiliti. L'uomo però avrebbe approfittato della situazione per pretendere sesso dalla donna che sarebbe stata sistematicamente offesa, umiliata e minacciata di morte. L’imputato non aveva messo in preventivo il coraggio della sua ex compagna. In effetti la donna non accettò di continuare a subire le angherie del suo ex compagno e presentò denuncia ai carabinieri. Dopo un'indagine abbastanza rapida la vicenda è così finita in tribunale. L'iraniano ha affrontato il processo con rito ordinario davanti alla giudice Carla Scheidle.

L'uomo, anche per un retaggio culturale, non ha mai accettato l'idea dell'indipendenza della sua ex donna e del diritto della stessa a costruirsi un'altra vita. «Tu hai offeso il mio onore» le avrebbe più volte ripetuto, insultandola con epiteti pesantissimi e mettendola in guardia che non avrebbe accettato la presenza di altri uomini sino a quando la figlioletta non avesse compiuto 18 anni. Ovviamente il tutto "condito" da minacce di azioni cruente con riferimento a progetti di morte, di stragi, di tremende vendette a cui non sarebbe rimasta estranea neppure la famiglia della donna.

Odiava la sua ex donna, la offendeva (definendola anche un diavolo) e la maltrattava con un crescendo di violenza e intolleranza, arrivando nel novembre 2014 a stringerle attorno al collo un foulard tentando di strangolarla e minacciando di sfigurarla, tagliandole il naso. Oltre alla pena detentiva ad un anno e quattro mesi di reclusione, la giudice ha condannato l’iraniano anche a risarcire l’ex compagna con 10 mila euro e a pagarle le spese legali sostenute. La condanna a titolo risarcitorio è provvisoriamente esecutiva. Anche in caso di appello, l’iraniano dovrà pagare subito. (ma.be.)

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