Più «pass» che auto, il Sella resta vuoto 

Solo 563 veicoli sono saliti in quota nel primo giorno contingentato Il «numero chiuso» era fissato a 2.165. Prime code ai punti di controllo


di Andrea Selva


PASSO SELLA. Dei 2.165 pass che ieri erano disponibili per salire a passo Sella fra le 9 e le 16 ne sono stati staccati solo 563. A questi ne vanno aggiunti altri 200 circa che non sono stati registrati dal sistema informatico, ma la sostanza non cambia: alla fine sul passo Sella sono saliti circa 750 veicoli. Ecco perché nella prima giornata di “traffico contingentato” si respirava una strana aria, indefinibile, a metà tra i mercoledì (veramente) green dell’anno scorso e una normale giornata di traffico estivo. E in questa situazione tutti (tranne i ciclisti che ieri erano piuttosto felici e numerosi) hanno un motivo per lamentarsi: gli ambientalisti più convinti perché il traffico non è stato fermato e gli operatori economici perché sono saliti pochi turisti. E c’è una certa preoccupazione in vista delle giornate più affollate: se ieri, con 750 auto, è capitato qualche momento di coda ai posti di controllo, cosa succederà nelle giornate più affollate?

L’assessore provinciale trentino Mauro Gilmozzi (ieri presente in prima persona a pian Schiavaneis) ha dichiarato ancora una volta l’obiettivo delle due province autonome: «Fare salire sul passo Sella meno auto e più turisti». Un obiettivo in realtà raggiunto solo a metà: meno auto, ma anche meno turisti visto che i bus navetta sono andati su e giù semivuoti. Gilmozzi ha comunque rilanciato tirando in ballo ancora una volta il Veneto: «Solo un progetto complessivo potrà dare una risposta ai problemi della mobilità sulle Dolomiti». L’assessore ha comunque constatato di persona che ci sono ancora vari aspetti organizzativi da mettere a punto: «Ci lavoreremo nei prossimi giorni - ha detto - e saremo pronti per il pieno della stagione turistica». Il progetto continuerà fino al 31 agosto.

GLI ORARI. Altri dati per capire la giornata: la maggior parte delle auto sono salite al mattino, in particolare tra le 10 e le 11 (l’orario di massimo afflusso). Pochi passaggi nel pomeriggio: tra le 15 e le 16 solo 44 veicoli sono saliti lungo entrambi i versanti del passo Sella.

I PASS. La maggior parte dei pass è stata rilasciata dagli operatori presenti sul posto, mentre un terzo degli utenti ha utilizzato l’app telefonica e solo il 7 per cento dei permessi è stato rilasciato dagli albergatori.

REAZIONI POSITIVE. A parte il proprietario di una Ferrari (di cui riferiamo a parte) non sono state registrate proteste da parte degli automobilisti che- quando si è trattato di aspettare per ottenere il pass - hanno atteso senza fiatare. Soprattutto quando gli hanno spiegato che il pass era gratuito (va detto comunque che gli stranieri erano disposti a mettere mano al portafoglio senza battere ciglio). Ma l’informazione era comunque scarsa: pochissimi erano a conoscenza del progetto Dolomites Vives (tranne ovviamente quelli che avevano chiesto il pass via telefono).

GLI ALBERGATORI. Parcheggi (quasi) pieni ma tavolini di bar e ristoranti (quasi) vuoti, Alan Perathoner e Alan Stuffer, di Selva di val Gardena, titolari del Mountain Resort di Passo Sella, non usano mezzi termini: «A questo punto era addirittura meglio l’anno scorso». E annunciano iniziative di protesta perché - dicono - in questa vicenda si gioca sulla pelle delle poche famiglie che investono sul passo: «Troppo poche per essere interessanti quando arriverà il momento delle elezioni - sostiene Stuffer - ecco perché hanno fatto partire questa iniziativa». Dei due soci Alan Stuffer pare quello più arrabbiato. E anche deluso: «Ho sperato fino all’ultimo che l’iniziativa andasse bene, ma ora posso dire che è andata peggio di quanto mi fossi immaginato. Il problema? Poche auto, un 30-40 per cento in meno rispetto a un giorno normale in questo periodo. Noi siamo solidi e possiamo contare sulla stagione invernale, ma penso che altre attività soffriranno molto per questa limitazione del traffico. A questo punto tanto valeva fare come l’anno scorso: un giorno chiuso al traffico, magari organizzato al meglio, avevamo detto che eravamo pronti a pensarci e invece solo all’ultimo (quando l’estate era ormai alle porte) ci hanno avvisato che stava partire questa iniziativa. Lo scriva chiaramente: anche un bambino avrebbe potuto organizzare meglio questa cosa, a partire dal ritardo con cui sono state prese le decisioni. O forse ce l’hanno voluto dire solo all’ultimo momento e allora è ancora peggio». Sul Passo Sella ci sono 400 posti auto e ieri attorno a mezzogiorno c’era qualche posto qua e là per gli automobilisti di passaggio. Come è possibile che i parcheggi siano (quasi) pieni e i gli esercenti pubblici siano scontenti? «Il problema è che sta passando poca gente - dicono ancora Alan Stuffer e Alan Perathoner - in ogni caso non abbastanza per giustificare il numero di dipendenti che abbiamo assunto in vista dell’estate quando ancora non ci avevano detto di questa iniziativa». Ricorsi in vista? «Stiamo pensando a cosa fare» dicono i due soci altoatesini. Serrate a breve? «Lo saprete quando sarà ora». Gli operatori hanno una certezza: «È passato il messaggio che il Sella è chiuso e i turisti sono stati alla larga».

All’hotel Maria Flora, proprio in cima al passo Sella, la musica è la stessa: «Il traffico è calato molto - dice Stefano Bonello - e per noi questo è un grosso problema perché la nostra attività si basa sui due mesi estivi: se ci tolgono il passaggio delle auto ci tolgono tutto. Si figuri che in Germania pensano che il Sella sia chiuso». L’anno scorso la famiglia Bonello faceva parte del gruppo di operatori che avevano presentato ricorso contro i mercoledì green. E quest’anno? Il titolare dell’hotel allarga le braccia: «Vedremo cosa fare» ma si capisce che fare la battaglia (legale) alle due province autonome comincia a costare un po’ troppa fatica.













Altre notizie

Sport

Al via a Bolzano il campionato mondiale di hockey su ghiaccio

L’esordio domenica 28 aprile presso la Sparkasse Arena a cui seguiranno le giornate del 30 aprile, 1°, 3 e 4 maggio. A contendersi i due posti disponibili per la Top Division le squadre di Corea del Sud, Giappone, Italia, Romania, Slovenia e Ungheria

Attualità