Piano rumore: compromesso in giunta 

Passa la proposta dell’assessora Lorenzini, ma l’ultima parola spetta al consiglio. Imprenditori delusi



BOLZANO. «Ognuno alla fine si assumerà le proprie responsabilità: in ballo c’è lo sviluppo della zona industriale e la creazione di nuovi posti di lavoro. Bolzano è da sempre il centro industriale più importante della provincia, la delibera sui livelli di rumore approvata dalla giunta rischia di comprometterne lo sviluppo». Sia Mauro Chiarel, responsabile per il circondario di Bolzano di Assoimprenditori, che Josef Negri, direttore della potente associazione di via Macello, speravano che alla fine la giunta comunale avrebbe apportato dei correttivi alla delibera fortemente voluta dall’assessora verde all’ambiente Maria Laura Lorenzini sulla zonizzazione acustica della città e prevista da una legge provinciale del 2012, le cose però sono andate diversamente.

E ad essere delusi ieri non erano solo i rappresentanti degli imprenditori ma anche gli artigiani e i sindacati uniti nel chiedere più tolleranza nella fissazione dei livelli acustici, per consentire alle aziende della Zona di crescere e ad imprenditori di fuori di investire nel capoluogo.

La delibera. La proposta di piano comunale di classificazione acustica approvata ieri mattina all’unanimità dalla giunta comunale prevede per tutta la città la classe di rumore 4, con solo tre eccezioni in 5 (Acciaierie, Aluminium, Athesia). Ricordiamo che imprenditori, artigiani e sindacati avevano chiesto che, come in tutti i centri principali a nord e a sud dell’Alto Adige, fossero previsti i livelli 5 e 6.

Per il momento dunque ha vinto la linea dell’assessora Lorenzini che prevede di fatto lo stesso livello di rumore per la zona produttiva e per il centro storico.

Il consiglio. Ma la partita non è chiusa: la competenza in materia è del consiglio comunale che ha quindi l’ultima parola. Quattro assessori – Christoph Baur e Luis Walcher della Svp, Sandro Repetto e Angelo Gennaccaro - hanno messo nero su bianco che, dopo che saranno arrivate le osservazioni di quanti non condividono il Piano, la proposta di delibera andrà in aula con la Zona “in bianco”. Sarà dunque il consiglio comunale a decidere il livello di rumore ammesso e quindi il futuro sviluppo della zona produttiva alla luce, oltre che delle osservazioni, anche dello studio affidato ad una ditta di Brescia sulle prospettive di sviluppo di Bolzano sud (l’Agenzia provinciale per l’ambiente ha fotografato la situazione attuale).

La domanda a questo punto è: perché approvare un testo in giunta, per portare poi una cosa diversa in consiglio?

Difficile capirlo e ancor più spiegarlo: la versione ufficiale è che non si poteva fare altrimenti, perché il Comune è in ritardo di sei anni nell’applicazione della legge provinciale e perché senza una classificazione acustica le Acciaierie non otterrebbero i contributi previsti per le migliorie ambientali.













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Valeria Frangipane

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