Piazza Vittoria, il bando entro l’estate 

L’assessore Walcher: «Due cose certe, una rampa in entrata al garage in via Battisti ed una in uscita su corso Libertà»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Piazza Vittoria, parte il concorso. Ecco cosa sta preparando in questi giorni l’ufficio di Luis Walcher. «Sarà un bando aperto a tutti i progettisti - dice l’assessore ai lavori pubblici - ci aspettiamo idee più che imporre parametri». Lo schema di riferimento è quello di piazza Matteotti, altro luogo carico di un’infinita serie di sensibilità architettoniche e sottofondi identitari.

Ma già gli architetti mettono le mani avanti: «Se anch’io parteciperò al concorso? Ci penso - dice Oswald Zoeggeler - ma quello che penso già fin d’ora è che piazza Vittoria meno la si tocca è meglio è...».

E Claudio Lucchin, il progettista dall’altra piazza modernista di Bolzano, quella antistante la grande operazione di recupero postindustriale che ora porta il nome di "Noi" Techpark , si spinge oltre: «Temo i concorsi pubblici. Temo soprattutto quando in Comune dicono di aspettarsi delle idee. Io le idee le vorrei chiare dal municipio. E in questo caso che dicessero subito: su quella piazza dovete intervenire il meno possibile. Altrimenti può diventare come quell’altro orrore...». A cosa si riferisce architetto? «Beh, direi piazza Walther. Anche lì si è cercato di conciliare la presenza sotterranea di un grande parcheggio... Ebbene, il risultato è un accrocchio di camuffamenti, fioriere, cemento, dissuasori per mascherare gli accessi al garage. E se si inizia a dire: coprite le rampe, prevedete gazebi e altre amenità, addio unità razionalista». Ecco il pericolo che incombe sulla Vittoria. La quale, proprio per il fuoco di sbarramento di alcuni tra i più sensibili progettisti bolzanini e per l’intervento del sindaco, ha evitato di finire come pareva fosse destinata guardando il primo progetto di arredo urbano elaborato all’interno del municipio. Con filari di alberi e altri arredi. «Stiamo lavorando - dice quindi Luis Walcher - e cerchiamo di proporre il meglio perché non si rompa l’unità di quel luogo. Tempi? Probabilmente entro l’estate pubblicheremo il bando".

In Comune stanno fissando una serie di elementi che fungano di cornice di avanzamento per le proposte dei progettisti. "Le due cose certe - insiste l’assessore - sono la presenza di una rampa d’accesso in entrata per il garage sotterraneo in via Cesare Battisti ed una in uscita, parallela, su corso Libertà". E poi, ma questa è una indicazione ancora generica, si proverà ad inserire la presenza di una zona dedicata alle iniziative, probabilmente sul lato dei portici della libreria Cappelli. «Ecco perché parlavo di pericolo - chiosa Claudio Lucchin - quando si iniziano a porre una serie di richieste fuori contesto. Capisco le esigenze pubbliche ma la verità è che il Comune, più che aspettarsi delle idee dagli altri dovrebbe concentrarsi sui parametri suoi, che ritengo in questo caso debbano essere molto rigorosi, ma soprattutto sulla qualità della giuria. Gli architetti dovrebbero sedersi lì, dietro la scrivania e dare subito indicazioni. E invece potrebbe accadere - insiste - come per altre piazze ridotte a cumuli di oggettistica urbana fuori contesto». Ma piazza Matteotti? Lì il concorso è andato benino, sembra, o no? «Attenzione ai paragoni. Piazza Matteotti, più che una piazza è uno slargo. Ed è sempre stata confusa, come un cortile di casa». E invece la Vittoria? «Quello è un luogo quasi metafisico. Va trattato coi guanti». È questo il punto su cui insiste anche Oswald Zoeggeler, che ha accumulato negli anni un’esperienza unica nella gestione e valorizzazione del patrimonio modernista della Bolzano nuova: «Spero che in questo caso non si parli di "arredo urbano"... È un concetto che, se applicato a piazza Vittoria, mi mette i brividi. Altra cosa- chiarisce e propone - è prevedere, ma ai lati e in posizioni defilate, un bar o, meglio ancora, un ristorante con i tavolini. Un modo straordinario di ammirare, standosene seduti in santa pace, la cornice della piazza, il suo unico e autentico scenario, vale a dire i palazzi razionalisti che la circondano. Con tutte queste macchine, oggi, non riusciamo più a vederli...». Altro aspetto che il concorso dovrebbe considerare è il parco che appare nel quadrante conclusivo, sotto il monumento. «Oggi è una povera cosa - dice Lucchin - due panchine in croce e nessun rapporto col lato nudo della piazza. E poi ora c’è il museo, una grande iniziativa bolzanina. Ebbene, la sua entrata è invisibile, bisogna chiedere ai cartelli ... È ora di ripensare il luogo nella sua interezza e non più a spicchi».

E ancora, il pericolo ingressi. È sulle rampe che spesso si sfarinano le migliori intenzioni. Sono gli accessi ai parcheggi il luogo progettuale in cui inciampano i concorsi di idee, stretti tra le esigenze pratiche e viabilistiche e le volontà estetiche e architettoniche. E spesso sono queste ultime a battere in ritirata.

«Immagino che il concorso sarà scisso dalla cornice realizzativa riguardante la parte sotterranea. Questo è un grande pericolo - insiste l’architetto Lucchin- perché le idee per la superficie devono uniformarsi a quelle già predisposte per i sotterranei. E invece il lavoro deve essere portato avanti insieme. In contemporanea». In Comune, probabilmente, stanno prendendo nota.

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