Picchiava e perseguitava la ex Dal fascicolo spariscono le prove 

Non si trova più la copia forense delle memorie di computer e telefonini a suo tempo sequestrati Il giudice concede tempo al Pm sino al 26 marzo per risolvere il problema. La donna attende giustizia


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Una donna bolzanina di 53 anni sta attendendo da mesi di avere giustizia a seguito dei maltrattamenti subìti dall’ex compagno, un uomo di 49 anni con la famiglia di origine dell’alta borghesia veneziana. Ieri , però, alla ripresa del processo davanti al giudice Michele Paparella c’è stato il classico colpo di scena: la copia forense delle memorie informatiche di computer, tablet e telefonini dell’imputato (a suo tempo sequestrati nell’ambito di un incidente probatorio) sono praticamente spariti. Della documentazione (che dovrebbe comprovare un comportamento persecutorio anche psicologico dell’imputato nei confronti della sua ex donna) non si è trovata traccia. Ad accorgersene sono stati gli avvocati di difesa che hanno ovviamente il diritto di accedere alla documentazione (che dovrebbe essere allegata al fascicolo del pubblico ministero) per potersi difendere nel migliore dei modi. Dopo una serie di verifiche andate a vuoto, il giudice non ha potuto far altro che disporre un rinvio piuttosto consistente (al 26 marzo) nella speranza che la documentazione tecnica in questione venga ritrovata. Il problema non è di poco conto perchè nel frattempo gli esperti che hanno effettuato le copie informatiche hanno restituito all’imputato tutti gli apparecchi a suo tempo sequestrati. Dunque anche rifacendo le copie non vi sarebbe la garanzia totale che nessuno sia riuscito a mettere mano alla memoria. A quel punto non rimarrebbe che tentare una ricostruzione di quanto emerso risentendo (in qualità di testi) i tecnici che a suo tempo hanno curato la pratica. Ricordiamo che al centro del caso c’è la storia drammatica di una donna bolzanina di 53 anni che dopo essere stata più volte pesantemente picchiata, insultata e minacciata dal compagno con cui conviveva in un paese a pochi chilometri da Bolzano, si è trovata anche ad affrontare un lungo periodo di vera e propria persecuzione. Ora la vicenda è approdata davanti al tribunale perché l’uomo è sotto processo per maltrattamenti e atti persecutori, cioè stalking. La donna che per alcuni anni ha subìto in silenzio la violenza del convivente di cui si era innamorata, ora chiede giustizia. La sua è una storia caratterizzata da episodi particolarmente brutali. In un paio di casi la donna (che si è costituita parte civile con il patrocinio dell’avvocato Giancarlo Massari) fu costretta anche a rivolgersi all’ospedale per un principio di asfissia a seguito di un tentativo di strangolamento. Il processo penale è affidato al giudice Michele Paparella che sino ad oggi ha sentito una decina di testimoni chiamati a deporre dalla pubblica accusa. Tutti hanno confermato in pieno quanto emerso nel corso dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Andrea Sacchetti.

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