Pietralba, i frati fanno da albergatori

Ristorante e bar del Santuario sono rimasti senza gestori Si accende la polemica sugli affitti chiesti dai religiosi


di Ezio Danieli


PIETRALBA. A Pietralba i frati dei Servi di Maria sono costretti a fare anche gli albergatori. Visto che ancora non è stato trovato un gestore, sono loro ad occuparsi degli ospiti, in particolare si tratta di sciatori, che sono alloggiata nella casa del pellegrino, presso l'ostello della gioventù e presso l'albergo a poche decine di metri dal santuario. La situazione è più seria al bar e tavola calda che resta chiuso. Le toilette sono a disposizione, una macchinetta automatica continua a distribuire bevande calde. Ma I fedeli che giungono a Pietralba sono penalizzati. Protestano ma una soluzione non appare prossima nonostante i vari tentativi in atto. È una corsa contro il tempo al santuario per trovare un nuovo gestore della ristorazione. Il precedente, dopo solo un anno, ha lasciato. Con la conseguenza che bar, tavola calda e albergo sono chiusi oramai da quasi un mese. Con tutti i disagi facilmente comprensibili per i numerosi pellegrini. Una soluzione parziale si è concretizzata a novembre: è stata sistemata una macchina distributrice di bevande calde. Prima, soprattutto alla domenica, erano stati i frati Servi di Maria a distribuire panini e qualcosa di caldo ai fedeli. Il passaggio di consegne, alla vigilia dell'anno giubilare, a Pietralba, era avvenuto domenica primo novembre 2015. Alla famiglia Röggla-Gschnell, che aveva curato tutta la zona attorno al santuario per oltre 15 anni, era subentrati l'imprenditore bolzanino Christian Battisti, che - d'intesa con l'ordine dei servi di Maria - aveva puntato molto su Pietralba: voleva farne una meta per qualsiasi evento, puntando anche sul target extra-religioso. «In totale - aveva spiegato lo stesso Battisti - stiamo parlando di 300 posti letto e 600 posti a sedere tra ristorante e self service». Nessun dubbio sul fatto che la struttura sia di dimensioni significative, perché oltre che sull'hotel e sugli alloggi può contare appunto su bar, ristorante, self service, centro congressi e ostello. Il passaggio di consegne prevedeva anche il lancio di un nuovo «brand». Il marchio è «Weissenstein-Pietralba Holiday & Hospitality» e raffigura il santuario, le montagne e l'arcobaleno stilizzati. Per gli eventi religiosi (pellegrinaggi, raduni, ritiri) era stata promessa massima attenzione e un occhio di riguardo, ma con la nuova gestione si puntava in parallelo ad un rilancio a tutto tondo con weekend, convention, assemblee, convegni, mostre, camp, gite, cene o pranzi per iniziative di vario genere. Sui finire del 2016, sembra per contrasti con I Servi di Maria che pretendevano un affitto ritenuto troppo alto, la decisione di rinunciare. Con dei cartelli affissi all'esterno dei locali veniva comunicato la chiusura degli stessi. Sorpresa prima dei fedeli che, visto che i servizi non riprendevano, si sono rivolti ai Servi di Maria. Dice l'ex priore padre Lino Pacchin: «Non è vero che abbiamo esagerato con l'affitto. Ad ogni modo stiamo seguendo con particolare lena la vicenda e troveremo presto una soluzione. Per la gestione dell'albergo, della casa del pellegrino e dell'ostello si danno da fare gli stessi frati: per quanto riguarda il bar e la tavola calda , c'è bisogno dell'accordo con qualche gestore».













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