Podrecca: il mio progetto è la Bolzano di domani, bella, verde e senz’auto 

L’Urbanista. «Chi crede sia una speculazione edilizia, sbaglia di grosso. Riqualifica tutta la città»


Paolo Campostrini


Bolzano. Architetto, a dieci anni dal concorso il suo progetto è ancora valido? Dai secondi che Boris Podrecca fa trascorrere prima di rispondere si capisce che questo è forse il modo sbagliato per iniziare un'intervista col padre dell'Areale. «Noi lavoriamo sui tempi lunghi. Qui da voi, o a Trieste dove mi sto occupando della riqualificazione del Porto vecchio e in generale nella Mitteleuropa non siamo in America. Non si lavora per domani mattina e poi giù, a cambiare ancora. Il mio progetto non è da turbocapitalismo...». Quindi? «E quindi si non è solo valido oggi..., è validissimo. Disegna la città del futuro. Sta tra pubblico e privato, lascia spazi alla vita. E vi prepara al cambiamento anche dei trasporti. Perché, e questo non lo si pensa quasi mai, noto, l'Areale non significa solo lotti da edificare ma Bolzano che diventa snodo ferroviario e dei trasporti nord-sud. Che diamine !». Rieccolo Boris. Viennese, triestino, italiano, austriaco, e ancora veneziano, nordestino e nordico, latino e tedesco come sanno essere quelli nati in quel quadrante d'Europa che guarda anche altrove e non solo a occidente. Podrecca è l'architetto che ha vinto il bando per il ridisegno dell'area ferroviaria e che domani sarà in consiglio comunale chiamato ad esporre il senso del suo progetto. L'ultimo “tecnico” prima del voto.

Dunque è ancora attuale ?

Ascolti, io non mi guardò indietro. Non ho nostalgie. Sa a chi mi paragonano a Trieste?

A chi?

A Claudio Magris. Dicono che quello che lui fa in letteratura io faccio in architettura. Nel senso che tutti e due abbiamo ben chiaro cosa è stata la Mitteleuropa in senso culturale. Ma non giriamo la testa sempre al passato. Sappiamo che c'è, che c'è stato. Ma nessuna nostalgia asburgica per essere chiari. E anche per l'Areale. Si è pensato alla sostanza.

E ce n’è molta?

Beh, è una delle più grandi trasformazioni d'area industriale o infrastrutturale d'Europa. Pochi lo ripetono ma a Bolzano si sposteranno i binari dei treni per 750 metri. Un'arpa, come è stata chiamata, di dimensioni epocali. Una curva come se ne sono viste poche.

Il senso ?

Liberare il “Landmark” di una intera città. E dico liberare apposta. Si liberano energie non solo in senso abitativo ma anche di percezione dello stesso spazio urbano. La comunità ci metterà quello che vuole.

In consiglio comunale qualcuno ha detto che è una operazione poco sostenibile economicamente. Che questo scambio binari-aree pubblico privato non troverà interlocutori ....

Mi sembra azzardata come osservazione. Non so basata su quelli calcoli... E in ogni caso io arrivo a Bolzano non per discutere di finanza. Io sono un architetto, ho fatto un progetto, questo progetto, nel caso, vorrei fosse discusso con me su questo piano. Sulla sua rispondenza rispetto agli spazi urbani, sulla funzionalità del suo approccio al ridisegno dell'area ferroviaria per farne un centro intermodale da un lato ...

Intende con treni e autobus interrati ?

Appunto. Con i due terminali vicini per il trasporto integrato. Ma poi per fare della stessa Bolzano uno snodo per i collegamenti nord- sud Europa, per i trasporti e l'alta velocità. Questo è un investimento sul futuro. E produrrà indotti.

Dice dunque che è sbagliato limitarsi solo a considerare il valore immobiliare ?

E certo. Pur se anche qui il ritorno sarà notevole sul piano riqualificativo urbano, sulla qualità degli insediamenti, sulle strade trasformate in boulevard pedonali... Ma l'Areale vorrà dire anche una centralità infrastrutturale di Bolzano con una stazione moderna e funzionale rispetto ai cambiamenti in arrivò come il tunnel di base al Brennero.

Dunque difenderà il suo progetto, naturalmente ...

Certo, ma non perché è mio. Perché è flessibile, tiene conto di quello che cambierà ancora e ancora non sappiamo come. Non è fatto per l'oggi. E devo aggiungere che questa è una mia caratteristica. Lavoriamo sui tempi lunghi. Heidegger chiamava questa prospettiva " Zeitlichkeit", la concezione di un "tempo esteso". Di un pensiero o di un oggetto che viene elaborato per durare, per essere anche contenitore di futuro. Ecco, direi che l'Areale va vista in questa prospettiva.

Invece nel dibattito che ha preceduto il suo arrivo ci sono stati interventi che sembrava mirassero ai particolari : che negozi, che generi in vendita, che guadagno ...

La politica ha le sue logiche. Non le discuto. Discuto quando queste logiche, che valgono per l'immediato, per l'idea che ci siamo fatti di una cosa guardando alle nostre prospettive di oggi, viene applicata a un progetto che nasce su logiche strategiche. Io ho tracciato degli spazi per far spazio a queste dinamiche. Sarà poi il Comune, la città a riempirli. Non bisogna aver paura del futuro. Ma non bisognerebbe neppure intersecare troppo i piani, tra l'oggi e il domani. Come sarà Bolzano quando arriverà l'Eurotunnel ? Quali esigenze avrà l'economia? Di quali infrastrutture si avrà bisogno tra 15 anni? Ecco tutto questo necessita di parametri particolari di valutazione in sede di progetto. Spero di averle messe dentro nell'Areale. Anzi, ne sono convinto. Ma, prego, non chiedetemi dei costi delle case. Chiedetemi invece come sarà via Renon o i Piani con i miei boulevard. Che paesaggio avrà di fronte Bolzano, quel luogo a guardarlo dall'attuale centro. Ecco, io a questo risponderò volentieri.

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