Poste in affanno e da settembre via alla cura dimagrante

Chiuderanno definitivamente Pineta e Laghetti di Egna Altre «razionalizzazioni» a Brennero, Cortaccia e La Valle


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Qui al civico “X” di via Bergamo non arriva la posta da dieci giorni. Nessuno del nostro condominio ha ricevuto corrispondenza. Ci siamo rivolti ripetutamente al centro di smistamento di via Resia, ma nessuno ci ha aiutato. Come facciamo a far valere i nostri diritti?». Solo una delle tante segnalazioni che, di continuo, giungono alla redazione del nostro giornale. C’è chi attende un bollettino per pagare in banca, che scadeva a fine giugno, ma non è arrivato e non si sa come regolarsi. C’è chi attendeva la tessera della Coop e così non ha diritto agli sconti. Succedeva nei mesi scorsi, ancor peggio ora che è estate e ci sono di mezzo le ferie. Postini in giro, sempre meno. Ma non è finita. Lo hanno scoperto soltanto venerdì i sindacalisti postali della Slc Cgil, durante una riunione di contrattazione. Nel corso dell’incontro i vertici postali locali hanno anticipato che "gli interventi per il 2014 relativi alla rete degli uffici postali (presentati nel corso di un incontro tematico del 4 febbraio 2015 e poi rinviati dopo diverse sollevazioni da parte di utenti e politica) saranno attuati a partire dal giorno 7 settembre 2015".

Come spiegano i sindacalisti della Cgil, il piano è da intendersi con la chiusura degli uffici postali di Pineta di Laives e di Laghetti di Egna, con la contestuale razionalizzazione di quelli di Brennero e di Cortaccia più una ulteriore razionalizzazione di La Valle in Badia.

Si va verso il cosiddetto mono-operatore, con aperture limitate quanto ad orari e giorni. Insomma, una ulteriore cura dimagrante, per le già malmesse poste dell’Alto Adige.

A breve, così sostengono voci assai ben informate, dovrebbe arrivare in Alto Adige l’amministratore delegato di Poste italiane. Caio dovrebbe incontrare il presidente della Provincia Kompatscher. «Speriamo prendano in considerazione l’inopportunità di chiudere ulteriori uffici postali», sostengono i sindacalisti Cgil. E si spera anche «che prendano atto dell’abbandono in cui versa l’Alto Adige grazie alle politiche miopi e anti altoatesine praticate da Mestre». La logica, proseguono, vorrebbe che Caio incontrasse anche le organizzazioni sindacali locali. «Potremmo illustrare, con dovizia di particolari, sia le ragioni dello sciopero sia le poche attenzioni dedicate da Mestre a questa provincia». Lo sciopero delle prestazioni straordinarie ed accessorie, che dura ormai da mesi e mesi, in realtà dovrebbe terminare il 7 luglio, ma si andrà quasi di certo verso il prolungamento.

Intanto, pare che il clima, all’interno del mondo postale altoatesino, stia diventando incandescente. Per dirne una, il personale - come specifica una durissima presa di posizione della Slc Cgil affissa in queste settimane alle bacheche interne destinate ai lavoratori - non può assolutamente rilasciare dichiarazioni alla clientela, pena il serissimo rischio di perdere il posto di lavoro. Eventuali richieste da parte della clientela vanno indirizzate solo alla filiale o direttamente a Mestre.

Insomma, oltre al clima di vessazione lamentato dai sindacati, non si ritiene nemmeno corretto o doveroso rispondere alle lamentele o semplicemente alle richieste di informazioni poste dalla clientela. Che paga per ottenere un servizio e quando invece in cambio ottiene un disservizio non ha nemmeno possibilità di chiedere spiegazioni a chi gli sta di fronte.(da.pa)

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