BOLZANO. Ok della giunta provinciale ai criteri per il finanziamento assistenza prima infanzia fuori provincia. Pari condizioni per assistenza in Alto Adige di bimbi non residenti. I figli di collaboratori e collaboratrici di datori di lavoro con sede operativa in Alto Adige, ma residenti o con fissa dimora fuori provincia, in futuro potranno frequentare i servizi di assistenza alla prima infanzia presenti nelle microstrutture aziendali. Presupposti a tal fine sono il consenso dei rispettivi Comune e datore di lavoro a sostenere i costi. Potranno avvalersi di posti in strutture assistenziali alla prima infanzia in Alto Adige a patto che vi siano ancora posti e che non vi sia alcuna lista d’attesa per i minori che invece hanno residenza o stabile dimora in provincia. Lo ha deciso la giunta prevedendo così il pari trattamento dei lavoratori indipendentemente dal luogo della loro residenza. In tal modo viene sostenuta la conciliabilità di lavoro e famiglia. Le microstrutture aziendali per l’assistenza alla prima infanzia costituiscono una possibilità per le aziende di sostenere i propri addetti con figli di età fino ai tre anni. In provincia vi sono in totale “nidi aziendali” frequentati da 193 bambini. Queste strutture sono cofinanziate dai datori di lavoro, dall’Agenzia per la famiglia e dalle famiglie. I datori di lavoro sono in genere piccole e medie imprese, ma anche liberi professionisti e pool di uffici. Anche la Provincia quale datore di lavoro sostiene i propri collaboratori nella conciliabilità di famiglia e lavoro assumendosi la parte di costi spettante all’azienda per l’assistenza alla prima infanzia per i figli dei propri collaboratori. Usufruiscono di tale servizio 44 dipendenti dell’amministrazione. In Alto Adige esistono 81 strutture di assistenza alla prima infanzia, che assieme alle 243 Tagesmutter e ai 14 asili nido assistono 4361 bimbi.