Raffaello Sernesi, il garibaldino sepolto a San Giacomo

Ferito a Condino durante la terza guerra d’indipendenza, catturato dagli austriaci, morì a Bolzano l’11 agosto 1866



BOLZANO. Centocinquanta anni fa, l’11 agosto 1866, moriva a Bolzano Raffaello Sernesi, pittore fiorentino. Era stato ferito a Condino, nel corso della terza guerra d’indipendenza, mentre risaliva le Giudicarie come volontario in camicia rossa, al seguito di Giuseppe Garibaldi. Preso prigioniero dagli austro-ungarici fu ricoverato a Trento e poi nell’ospedale civile di Bolzano, l’edificio oggi sede dell’università. Lo ricorda una lapide affissa sul muro esterno dell’edificio di via Leonardo da Vinci 9.

Raffaello Sernesi era nato a Firenze nel 1838, ultimo di una nidiata di cinque fratelli. Era un valente pittore, conosciuto anche se ancora in giovane età. Ostile all’accademismo, s’impegnò nella tecnica verista ed “en plein air”, a macchie di colore, che in Francia stava facendo la fortuna degli impressionisti, e in Italia fu detta “dei macchiaioli” (Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Silvestro Lega ed altri). Erano gli anni di un’Italia ancora divisa, con i Savoia che scalpitavano per allargare il loro piccolo Regno di Sardegna. Una gioventù irrequieta sentiva il fascino di un ideale nazionale che sul piano politico veniva interpretato dal primo ministro Camillo conte di Cavour e sul piano operativo anche da un avventuriero tornato nella penisola dopo lotte libertarie nel Sudamerica: Giuseppe Garibaldi. Sernesi volle partire con lui nel 1859 per la seconda guerra d’indipendenza, quando l’Eroe dei due Mondi si affacciò al Tirolo (v.“Garibaldi sullo Stelvio”, E.Frangipane, Curcu&Genovese), ma sua madre si oppose. Fuggì di casa sette anni dopo, nel 1866, con altri 500 toscani, quando Vittorio Emanuele II, conquistata la Lombardia, volle allargarsi al Veneto. Raggiunsero Garibaldi ed entrarono nel Tirolo. Nelle Giudicarie i garibaldini si spinsero troppo avanti subendo la controffensiva austriaca, ed a Condino Sernesi fu ferito. La campagna si concluse positivamente, con l’”obbedisco” di Bezzecca, che fermò l’ulteriore avanzata di Garibaldi, ma il Veneto fu conquistato.

Tuttavia Raffaello Sernesi, fatto prigioniero e medicato a Pieve di Bono, fu poi trasferito a Trento con una ferita ad una gamba. A Bolzano la sua situazione peggiorò: la gamba minacciava la cancrena, non volle che gliela si amputasse, subentrò una polmonite e non ci fu più nulla da fare. Morì l’11 agosto del 1866. A Bolzano di Raffaello Sernesi resta la targa in via Leonardo da Vinci 9, affissa nel 1928 (non era allora chiaro dove fosse la struttura in cui Sernesi era deceduto). Ma anche i suoi resti, riposano qui. Nel cimitero militare di San Giacomo c’è una cappella sulla cui parete interna sinistra una targa ricorda i nomi di 88 militari deceduti nelle campagne risorgimentali 1859 e 1866. Tra questi nomi risulta anche quello di “Sernesi Rafael, Kriegsgefangener” (prigioniero di guerra). All’esterno una grande croce in legno contrassegna l’ossario dei caduti nella guerra del 1866. Quel che resta di Raffaello Sernesi, è là sotto. (ef)













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