Reddito di cittadinanza a 2.500 altoatesini 

Il direttore Zanotelli: «Ci attendiamo fra le 2 mila e le 3mila richieste». Domande a partire da marzo, primi assegni ad aprile


di Davide Pasquali


BOLZANO. In Italia dovrebbero superare i tre milioni, in Alto Adige si stima saranno all’incirca 2.500. Sono le persone che usufruiranno del reddito di cittadinanza, diventato realtà tre giorni or sono con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge di bilancio statale per il 2019. La stima è del direttore regionale dell’Istituto nazionale previdenza sociale, Marco Zanotelli: «Abbiamo letto e analizzato il decreto. Al momento attuale pensiamo che in Alto Adige le richieste siano stimabili in una forbice compresa fra le duemila e le tremila unità. Almeno la metà verranno presentate da residenti a Bolzano città».

Il reddito di cittadinanza andrà dunque ad una quota tutto sommato ridotta della popolazione altoatesina, quanto meno se si pensa alle dimensioni nazionali del fenomeno, ma non solo. Chiarisce Zanotelli: «Le prime stime a livello nazionale parlavano di 5 milioni, ora, letto il decreto in dettaglio, si pensa si assesteranno attorno ai 3 milioni. In Alto Adige ci attendiamo fra le 2000 e le 3000 domande, ma già nel vicino Trentino la forbice sarà decisamente più elevata, parliamo di 8.000-10.000 cittadini. La medesima differenza esisteva già per uno strumento preesistente, meno impattante e dai numeri più piccoli, il Rei o reddito di inclusione. In Trentino riguarda 800 persone, in Alto Adige 150». Le cifre non sono così semplici da stimare da parte dell’Inps, perché ci sono di mezzo i dieci anni di residenza, di cui almeno 2 continuativi nella medesima località. «L’elemento di incertezza legato alla residenza verrà ovviamente risolto grazie all’anagrafe dei vari Comuni». In media, i casi di povertà in Alto Adige riguardano più le città che la periferia. «Almeno il 50% di chi percepirà il reddito di cittadinanza sarà residente a Bolzano. Riceveremo richieste numerose anche da città assolutamente non povere come Brunico, Bressanone o Merano». Secondo Zanotelli, i numeri non sono comunque grandi, «anche perché in Alto Adige esistono numerosi altri sussidi provinciali, come per esempio l’assegno di cura». Fra il resto, anche se i dettagli devono ancora essere studiati (a breve sono previsti al riguardo dei tavoli di lavoro fra Inps e uffici provinciali preposti anche per uniformare gli strumenti operativi) le misure provinciali e statali sono compatibili, «ossia potrebbero coesistere».

Le domande si potranno presentare - «si suppone» - da inizio marzo; i primi assegni dovrebbero arrivare a inizio aprile. All’Inps spetterà il lavoro ex ante ed ex post, «ossia i controlli sugli aspetti patrimoniali eccetera», per stabilire chi abbia effettivamente diritto e chi no, ma poi i Comuni dovranno fornire i dati sulla residenza e la Provincia dovrà mettere in piedi la macchina per far sottoscrivere a chi percepirà il reddito di cittadinanza il patto per la ricerca attiva di un lavoro. In Alto Adige, ritiene Zanotelli, «dove da molti anni esiste un’ottima collaborazione fra Provincia e Inps, e dove abbiamo a disposizione software funzionali in grado di dialogare con le amministrazioni comunali, la gestione delle domande dovrebbe funzionare quasi in automatico». Al netto ovviamente dei doverosi controlli sulle dichiarazioni Isee. Il direttore Zanotelli comunque, vista la complessità della materia, invita gli interessati a rivolgersi a Caf e patronati, che aiuteranno a predisporre tutta la documentazione necessaria. Dopodiché, le carte passeranno all’Inps. Se esisteranno le condizioni per il pagamento del reddito di cittadinanza, «le Poste produrranno il documento, che già esisteva per il Rei, col quale si potrà prelevare parte dell’assegno. Ci sarà poi una quota abbastanza vincolata che riguarda gli acquisti, e poi una quota, che a Bolzano, visto i prezzi in essere, verrà raggiunta facilmente, per il recupero dell’affitto».

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