Repetto attacca: sbagliato cedere l’Ipes 

Il consigliere Pd: «La Lega almeno ha chiesto garanzie su un presidente italiano? Non credo»



BOLZANO. Le future competenze di Vettorato e Bessone fluttuano dall’uno all’altro, ma un fatto è stato chiaro da subito, all’alba delle trattative tra Lega e Svp sul programma: l’Ipes sarebbe passata sotto l’ala della Svp per la prima volta dopo 40 anni. Inutile chiedere, perdere tempo in discussioni. Così è stato: Waltraud Deeg (ala sociale) governerà un maxi assessorato «sociale» con edilizia abitativa, politiche sociali, anziani e famiglia. Nemmeno i retroscena hanno consegnato una battaglia della Lega, magari attraverso Calderoli o Salvini, per conservare la competenza sull’edilizia abitativa. «Complimenti, la Lega entra in consiglio con 4 eletti, la Svp scende a 15: ci sono tutte le premesse per una trattativa di fuoco. Invece i “nostri” leghisti riescono a consegnare l’Ipes alla Svp senza battere ciglio, nonostante oltre la metà degli inquilini siano del gruppo italiano e le case Ipes rappresentino una realtà importante di Bolzano e Merano», accusa Sandro Repetto. Il consigliere del Pd inizia a prendere appunti per il suo discorso in consiglio provinciale sulla giunta Lega-Svp e parlerà anche di Ipes, «Sono pronto a scommettere che la Lega non abbia concordato il contrappeso naturale della presidenza Ipes a un italiano. Non credo che vedremo un italiano ai vertici dell’Ipes». Ancora Repetto sulle competenze. «Ho presente che parliamo di un’altra epoca politica, ma con quattro consiglieri italiani di maggioranza gli assessori Ferretti, Bolognini e Di Puppo hanno gestito competenze come commercio, industria, mobilità e finanze. Vettorato o Bessone avranno Energia e ambiente. Qual è la loro visione su questi temi? Lasciamoci sorprendere».

Anche Toni Serafini (segretario della Uil) parte dai numeri: «Con quattro eletti la Lega avrebbe potuto puntare a un ruolo di governo più pesante. Il passaggio della competenza sull’edilizia abitativa nelle mani della Svp non mi sembra una grande sconfitta, sarebbe stata più interessante la delega sul lavoro. D’altronde la Lega non si è presentata come un partito “italiano” e infatti uno dei suoi seggi è stato garantito quasi del tutto grazie a voti tedeschi».

Come sindacalista, sottolinea Serafini, «Mi interessa che la nuova giunta abbia un buon dialogo con la parti sociali e mantenga le promesse del programma sui salari adeguati, le politiche sociali, il lavoro 4.0». (fr.g.)

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