Scuola “vietata” ai genitori «Disturbano le lezioni» 

Polemica per la decisione della dirigente di non farli entrare per portare ai figli le cose dimenticate a casa: dai quaderni, alla merenda, alle scarpe da ginnastica


di Alan Conti


BOLZANO. Chi non ha testa è inutile abbia gambe alla scuola primaria «Martin Luther King» e alla media «Alfieri» di via Parma. Nei giorni scorsi, infatti, ai cancelli è comparso un cartello che non lascia spazio ad equivoci. «Non è più consentito portare agli alunni oggetti dimenticati: quaderni, libri, scarpe, merende e affini». Il timbro e la firma sono quelle della dirigente dell’Istituto Comprensivo Bolzano Europa 2 Laura Cocciardi. Ad incappare nella regola è stato il consigliere di Circoscrizione (e papà) Michael Sini. «Purtroppo l’altra mattina mia figlia si è dimenticata le scarpe da ginnastica e, per evitare che saltasse la lezione, sono andato a recuperarle. In portineria, però, la bidella mi ha riferito che in base alla nuova circolare era impossibile portare le scarpe alla bambina. Al massimo avrebbe fatto ginnastica scalza. Ora non mi sembra il massimo della sicurezza permettere agli alunni di fare educazione fisica solo con i calzetti, ma sono rimasto sbalordito per la rigidità della norma. Posso capire la merenda che, al massimo, si salta ma per il materiale didattico forse ci vorrebbe un po’ di flessibilità in più. Può essere comprensibile una misura simile rivolta ai ragazzi delle medie, ma ad una bimba di sei anni forse si può concedere una dimenticanza. A maggior ragione, inoltre, quando si parla di sicurezza. La prevenzione dovrebbe essere la prima cosa».

Della disposizione è stata avvertita l’assessore comunale alla scuola Monica Franch che si è messa in contatto con la stessa Cocciardi. «La dirigente mi ha riferito che negli ultimi tempi sembrava di essere in stazione. Genitori a ogni ora che rincorrevano i figli per consegnare ciò che avevano lasciato a casa. Si tratta di una disposizione quanto mai necessaria. Ormai anche i ragazzini delle medie hanno il telefonino a scuola e se dimenticano qualcosa chiamano a casa per chiedere aiuto. L’istituto, però, non può registrare ogni giorno un viavai continuo. Naturalmente se la dimenticanza è fondamentale, come può essere una medicina, nessuno ferma il genitore».

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