BOLZANO

«Senza linea da 2 mesi. Vi spiego perché ho bloccato Telecom con la mia auto a Bolzano»

La clamorosa protesta dell’imprenditore Mayr in via Resia. «Sorrido perché poi in mezzora hanno risolto il problema»


di Alan Conti


BOLZANO. Una Volkswagen Alhambra parcheggiata esattamente davanti all’uscita del cortile della Telecom di via Resia. Poco più in là l’imprenditore e vignaiolo Heinrich Mayr, nipote di Josef Mayr Nusser e proprietario del Nusserhof ai Piani, che la guarda sorridendo. Ha in mano un gelato appena comprato al bar vicino e, tra lo stupore di dipendenti e fornitori bloccati, apre l’Alhambra e si siede nell’abitacolo. Con il suo gelato. Sembra un gesto incomprensibile e invece si tratta di una protesta progettata dopo giorni di frustrazione. «Vendo le mie bottiglie in tutto il mondo - ci spiega - e curo moltissimo i contatti con gli Stati Uniti e l’estero. Il telefono e il fax sono strumenti fondamentali per il mio lavoro e mi hanno permesso di aumentare del 57% il volume di affari. Ancora non sono attrezzato con le mail o il web. Solo linea fissa». Due mesi fa, però, la cornetta ha iniziato a fare le bizze. «Periodicamente il telefono era completamente inutilizzabile. Saltava la linea. Ho subito chiamato l’assistenza Telecom per clienti al 187 e non hanno risolto. Per diversi giorni ho continuato a chiedere aiuto: ho parlato con tutti. Dall’operatore A001 al collega Z999». In compenso ha ricevuto la visita di due tecnici a casa: «Erano della Quickcom, un’azienda che collabora con Telecom. Nemmeno loro sono riusciti a comprendere il problema. Ho fatto controllare tutto l’impianto dal mio elettricista e non c’erano anomalie. Ho persino recapitato una lettera del mio legale Gernot Rössler a Telecom chiedendo di risolvere il disservizio. Niente». Domenica, quindi, ha iniziato a chiedersi come muoversi. «Mi sembrava di essere rinchiuso in una stanza con le pareti di gomma, poi mi è venuta un’idea. Se volevo risolvere il mio problema dovevo crearne uno a loro». Da lì l’incredibile protesta. «Ho fatto un sopralluogo e ho scelto di parcheggiare in quel punto perché sapevo di trovarmi su una proprietà privata. Le forze dell’ordine non avrebbero potuto rimuovere l’auto mentre Telecom, per farlo, avrebbe dovuto pagare. Avevo margini per trattare». Dopo qualche discussione tra Mayr e i presenti sono arrivati i carabinieri e i responsabili Telecom. «Ho parlato con loro spiegando la situazione e dopo un’ora mi sono spostato perché mi avevano ascoltato». E con il problema al telefono? Com’è finita? «Mentre ero ancora in via Resia al maso da mia moglie, ignara di tutto, è arrivato uno dei tecnici più esperti dell’azienda. In 30 minuti ha risolto. Un paradosso che fa sorridere. Con amarezza».

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