Bolzano

Sesso con bambini, anziano a processo

I piccoli sarebbero stati costretti ad assistere ad atti di autoerotismo. I genitori non hanno mai sporto denuncia


di Mario Bertoldi


BOLZANO. È accusato di aver coinvolto due bambini di nove e dieci anni in atti sessuali che avrebbe messo in atto approfittando della fiducia accordatagli dalla madre dei piccoli. Codice alla mano, il reato contestato è di «corruzione di minorenne» e tutto sommato l’imputato non rischia più di tanto, sotto il profilo della sanzione penale.

Il codice prevede una condanna da un minimo di sei mesi ad un massimo di tre anni. Resta però tutta la gravità di un episodio che un paio di anni fa ha indotto i carabinieri a denunciare alla magistratura un bolzanino di 77 anni (di cui omettiamo il nome a tutela dei bambini coinvolti). Secondo l’accusa l’anziano si sarebbe reso protagonista, nella casa della conoscente, di episodi di autoerotismo facendosi toccare nelle parti intime dai bambini. Ieri all’avvio in aula del processo davanti al giudice Michele Paparella, l’imputato ha preferito non presentarsi. L’udienza (che si è svolta a porte chiuse) ha visto deporre il maggiore dei carabinieri Davide Perasso che condusse parte dell’inchiesta. I fatti contestati all’uomo risalgono ad alcuni anni fa, esattamente dal 2012 al 2014. Dunque gli episodi che sono finiti al vaglio del tribunale sarebbero stati diversi nel corso dei due anni. Come già accennato, l’uomo avrebbe approfittato della fiducia accordatagli dalla madre delle due piccole vittime che non si rese probabilmente conto delle inclinazioni maniacali dell’uomo che già in passato, però, era finito nel mirino delle forze dell’ordine per inclinazioni sessuali di tipo pedofilo. Per il momento dal fascicolo processuale non è emerso come gli inquirenti siano giunti a individuare gli abusi di carattere sessuale all’interno dell’abitazione in questione.

La situazione è anomala perchè non sarebbero stati i due bambini a raccontare ai genitori il comportamento del conoscente. Nè sarebbero stati i genitori a fare denuncia.

Un elemento che getta un’ombra inquietante su tutta la vicenda in quanto è difficile pensare che i genitori non prendano informazioni sulla persona a cui erano soliti affidare i proprio figlioletti durante la loro assenza per motivi di lavoro. Si trattava, è vero, di un conoscente del quale però sembra difficile non aver avuto sentore, in passato, delle inclinazioni maniacali. Nell’udienza di ieri, a porte chiuse, il giudice avrebbe in primo luogo cercato di capire come la vicenda sia venuta a galla.

E’ molto probabile che i carabinieri abbiano avuto qualche segnalazione al riguardo ed abbiano indotto l’indagato a collaborare per evitare guai più pesanti. Nel corso di un interrogatorio alla presenza dell’avvocato difensore, l’imputato avrebbe ammesso di aver inclinazioni pedofile che già in passato erano emerse. Per gli inquirenti questa vicenda sembra essere una semplice conferma.

La mancanza di una denuncia da parte dei genitori dei due bambini coinvolti ha ovviamente reso il processo più difficile per le ipotesi d’accusa inserite nel capo d’imputazione e destinate ad essere sostenute in aula dalla Procura della Repubblica.

Per il momento non è neppure chiaro come mai, a fronte di una presunta ammissione resa in istruttoria dall’indagato, agli atti del procedimento non via una richiesta di patteggiamento che renderebbe molto veloce il giudizio con la garanzia, per l’imputato, della riduzione di un terzo della condanna.

Dopo la deposizione di ieri del maggiore Perasso , l’udienza è stata comunque aggiornata alle prossime settimane.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità