SEXGATE - I VERBALI Le prostitute minorenni: «Andavamo in ufficio dai clienti»

Mostrate le foto alle due ragazze: «Le prestazioni nella pausa pranzo». Dalle dichiarazioni emerge il ruolo della escort marocchina: «Lei incassava ma ci dava solo 50 euro a prestazione»
L'INCHIESTA In tutto 16 indagati, l'ultimo è un operaio
I VERBALI / 1 "Ai clienti dicevamo di avere 18 anni"
DOSSIER Tutto sul sexgate bolzanino


Susanna Petrone


BOLZANO. Durante l'interrogatorio davanti al sostituto procuratore Donatella Marchesini, che si è tenuto il primo aprile, una delle due giovani marocchine coinvolte nel sex-gate bolzanino non ha solo raccontato del suo arrivo in Italia e di come è stata portata alla prostituzione. Nella seconda parte dell'interrogatorio, infatti, il magistrato ha mostrato alla ragazza una trentina di fotografie. In molti casi la giovane donna ha risposto in modo secco: «Mai visto».
In oltre una decina di casi, invece, la baby-lucciola ha riconosciuto i suoi clienti, facendone nome e cognome indicandone anche la professione. La ragazzina, che insieme all'amica si trova presso una struttura protetta, ha raccontato anche alcuni incontri avuti con gli uomini e come mai siano diventati suoi clienti. Alla fine il magistrato ha quasi sempre chiesto se gli uomini - secondo la ragazza - erano al corrente della sua età o se le facevano domande riguardo alla sua vita a Bolzano.
LE FOTO.
Il pm mostra la foto di uno degli uomini indagati. La giovane lucciola risponde: «Si tratta di omissis. Abbiamo avuto un rapporto a tre: io, lui e la 25enne. Abbiamo avuto diversi rapporti con lui. In una occasione c'era anche AAA (la seconda minorenne, ndr). Della nostra vita non abbiamo parlato con lui. Noi ragazze prendevamo sempre cinquanta euro (secondo gli inquirenti ogni prestazione costava 150 euro. Cento andavano alla maitresse, 50 alla minore di turno, ndr). Una volta ero sola in casa. Mi ha chiamato la 25enne e mi ha detto di intrattenerlo e di trattarlo bene perché lui pagava bene. Io gli ho offerto un succo di frutta. Ho avuto circa sei incontri con lui».
Il magistrato mostra un'altra foto. La marocchina risponde senza esitare. Anche questo volto le è noto: «Omissis era un cliente fisso della 25enne. Lei andava da lui due volte alla settimana. La pagava 150 euro a incontro. Quando andavo io, AAA e S. pagava 300, anche 400 euro». La minorenne, poi, inizia a spiegare il proprio rapporto con il cliente in questione e dice che gli incontri avvenivano anche sul luogo di lavoro dell'uomo - che risulta indagato - quando in pausa pranzo non c'era nessuno: il cliente mandava un messaggino alla giovane dicendole di raggiungerlo.
Non solo: la ragazza, che all'epoca dei fatti era ancora minorenne, racconta che un amico del cliente era venuto a sapere di un'indagine in corso che coinvolgeva l'uomo e la minorenne. A quel punto il cliente le avrebbe detto, che in caso fosse stata avvicinata dalle forze dell'ordine, avrebbe dovuto dire che tra loro due «non c'era mai stato niente» e che erano solo amici. Ma quando la ragazza è stata interrogata, ha detto tutto al magistrato, spiegando come si erano svolti i fatti. Il pm mostra altre foto. Lo sguardo della ragazza si ferma: «Questo è omissis. Era cliente della 25enne. Ma ha chiesto se poteva venire anche con me». Ed infatti il suo nome è sulla lista dei sedici uomini iscritti sul registro degli indagati da parte del sostituto procuratore Donatella Marchesini. La giovane ragazza riprende il racconto appena vede la foto seguente: «Con omissis invece (indicando un altro uomo, che risulta essere tra gli indagati, ndr) ci sono stata una volta, però non sapeva che ero minorenne».
IL RACCONTO.
Il magistrato Donatella Marchesini continua a mostrare foto di uomini che secondo gli agenti della squadra mobile, guidati da Marco Sangiovanni, potrebbero avere avuto rapporti sessuali in cambio di denaro con una o entrambe le minorenni. La marocchina la ferma: «Omissis. Ho sentito parlare di lui con la 25enne al telefono che gli diceva che gli avrebbe portato una cugina bella bella. Io mi sono opposta e non ci sono andata». L'uomo, infatti, non finirà sulla lista degli indagati. «Questo è omissis. Sono stata con lui una volta. E' successo a casa della 25enne l'inverno del 2009».
Le foto sembrano non finire mai. «Mai visto». Poi la prossima: «Questo è omissis. Con lui ho fatto una volta un giro in macchina. Ma non c'ho fatto niente. Poi un'altra volta sono andata a casa sua a omissis. Un incontro. Mi ha dato cinquanta euro». Poi ancora un presunto cliente: «Omissis. Ci sono stata tre, quattro volte. Di mestiere fa (...) Era fidanzato con una marocchina, amica della 25enne».
LA CONCLUSIONE.
Sono rimaste poche foto sul tavolo. Ma la baby-lucciola riconosce altri due uomini: «Omissis. Sono stata con lui all'inizio e non volevo. Quando lui mi vedeva in giro con la 25enne le chiedeva chi ero e che voleva venire con me. Ha iniziato ad insistere. Una volta la 25enne aveva bisogno di soldi quindi l'ha chiamato ed in cambio gli ha dett che gli avrebbe fatto conoscere sua cugina. La 25enne ha talmente insistito che io ho detto sì e ci sono andata tre volte. Non mi ha mai chiesto l'età. Questo invece è omissis. Lui sapeva che AAA era minorenne perché lei si è messa a piangere davanti a lui. Lui è stato quello con cui è andata la prima volta». Il magistrato non ha più foto da mostrare. Si conclude l'interrogatorio.

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