Bolzano

Siamo noi i più «spendaccioni» d’Italia

L’Istat: in Alto Adige la spesa mensile per nucleo familiare è di 3.331 euro contro i 2.359 della media nazionale


Davide Pasquali


BOLZANO. Ci sarà anche la crisi, pure in Alto Adige, ma in media le famiglie altoatesine continuano a spendere, anzi, sono le più spendaccione d’Italia o, per dirla altrimenti, sono quelle che devono sopportare il costo della vita maggiore rispetto a tutti gli altri. Lo sostiene l’Istituto nazionale di statistica, che martedì 8 luglio 2014 ha reso pubblici i risultati del rapporto 2013 sui consumi delle famiglie italiane.

Se la media nazionale della spesa familiare è di 2.359 euro al mese, le famiglie del Trentino Alto Adige stanno al primo posto, con 2.968 euro. Ma considerando i dati disaggregati a livello provinciale, le famiglie altoatesine risultano di gran lunga quelle che spendono di più: 3.331 euro al mese contro i 2.636 di Trento. Dati nazionali. Nel 2013 la spesa media mensile per famiglia in Italia è stata pari a 2.359 euro, con una contrazione del 2,5 per cento rispetto all’anno precedente.

Tenuto conto di errori campionari e dinamica inflazionistica, si stima che la spesa sia diminuita anche in termini reali. La spesa per alimentari è sostanzialmente stabile e passa da 468 a 461 euro, nonostante la diminuzione significativa di quella per la carne (-3,2%) e la messa in atto di strategie per il contenimento della spesa. Nel 2013 continua ad aumentare sia la quota di famiglie che ha ridotto la qualità o la quantità dei generi alimentari acquistati (dal 62,3% del 2012 al 65% del 2013), sia quella di famiglie che si rivolgono agli hard discount (dal 12,3% al 14,4%). La spesa per beni e servizi non alimentari diminuisce del 2,7% e si attesta su 1.898 euro mensili. Continuano a diminuire anche le spese per abbigliamento e calzature (-8,9%), quelle per tempo libero e cultura (-5,6%) e quelle per comunicazioni (-3,5%).

La sostanziale stabilità della spesa alimentare, a fronte di una diminuzione di quella non alimentare, determina l’aumento della quota di spesa destinata al cibo e alle bevande (dal 19,4% al 19,5%). Noi e gli altri. Nel 2013, spiega l’Istat, il Trentino Alto Adige, in particolare la provincia di Bolzano, è la regione con la spesa media mensile più elevata (2.968 euro), seguita dalla Lombardia (2.744 euro). Fanalino di coda, ancora una volta, la Sicilia, con una spesa media mensile (1.580 euro) di quasi 1.400 euro inferiore a quella delle regioni con la spesa più elevata. La spesa alimentare rappresenta in media il 19,5% del totale; tuttavia, mentre in Trentino Alto Adige la quota destinata agli alimentari non raggiunge il 15%, in Sicilia sfiora il 27%.

La spesa per l’abitazione rappresenta quasi un terzo del totale in Liguria (32,1%), Toscana e Lazio, mentre in Trentino Alto Adige sfiora il 30%. In generale, le regioni con i livelli di spesa più bassi mostrano quote di spesa più contenute per altri beni sevizi e per tempo libero e cultura; tali spese, complessivamente, rappresentano meno del 5% del totale per le famiglie sarde, il 6,7% per quelle siciliane e ben il 12,3% per quelle residenti in Trentino Alto Adige, percentuale che sale al 13,8% per la provincia di Bolzano. La diversa propensione alla spesa per istruzione e sanità è legata non solo alla maggiore presenza, nel primo caso, di bambini e ragazzi in età scolare e, nel secondo, di anziani, ma anche alla diversa compartecipazione delle istituzioni locali alla spesa sostenuta dalle famiglie.

Per quanto riguarda l’istruzione, la percentuale di spesa varia da un massimo del 2% in Basilicata a un minimo dello 0,6% in Liguria (in Alto Adige è l’1,8%); per la sanità, la quota di spesa passa dal 4,6% di Aosta al 3,1% di Sardegna e Lazio (da noi è il 3%). Quanto spendiamo per cosa. Se in un mese ogni famiglia altoatesina spende in media la bellezza di 3.331 euro, la quota maggiore finisce nell’abitazione, con il 28,7% del totale. Il secondo capitolo di spesa sono invece i trasporti, con il 16%. Seguono gli altri beni e servizi con il 13,8%. Ecco in dettaglio le altre spese: il 14% va in alimentari e bevande, lo 0,6% in tabacchi, il 5,6% in abbigliamento e calzature, il 3,9% in combustibili ed energia, il 5,2% in arredamenti eccetera, il 3% in sanità, l’1,7% in comunicazioni, l’1,8% in istruzione, il 5,8% in tempo libero e cultura.













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