Slavina mortale in quota La guida patteggia 8 mesi 

La tragedia il 2 marzo dello scorso anno in valle d’Aosta. Le vittime furono tre Tra i feriti anche l’altoatesino Welponer, salvato per miracolo. Farà causa civile



BOLZANO. Ha patteggiato otto mesi di reclusione (con sospensione condizionale della pena) Andreas Sippel, la guida alpina tedesca di 45 anni accusata di omicidio colposo e lesioni colpose nel procedimento penale relativo alla tragedia avvenuta il 2 marzo dello scorso anno a Courmayeur.

Una valanga , travolse 18 sciatori impegnati nel fuori pista, uccidendone tre e ferendone cinque, tra cui Christian Welponer, giornalista ed alpinista altoatesino di 70 anni. Il canale della Visaille, teatro della tragedia a 2400 metri di quota, rientra in una zona dove vige il divieto dello sci in fuoripista dal 1996.

Christian Welponer rimase sepolto sotto la neve per 30 minuti interminabili dopo essere stato trascinato dalla furia della slavina per 150 metri. Pur impossibilitato a muoversi riuscì a sopravvivere grazie ad una bolla d’aria che gli permise di respirare.

Welponer se la cavò con la frattura di una gamba. Clinicamente parlando guarì in circa un mese ma le conseguenze di quell’esperienza sono state devastanti sotto il profilo psicologico.

Quei 30 minuti di terrore, vissuti a tu per tu con la morte, gli hanno cambiato la vita per sempre. Da allora Christian Welponer la notte soffre di incubi con l’impressione di essere in ogni momento travolto da una valanga che lo cattura come una bestia feroce e lo immobilizza.

«Adesso la neve, che è sempre stata la mia passione, mi fa paura» raccontò al nostro giornale. Ieri la tragedia legata a quella slavina è stata ricostruita in sede penale davanti al giudice di Aosta, competente per territorio. La guida alpina, che era in una posizione di garanzia nei confronti degli escursionisti, ha chiesto e ottenuto di patteggiare una condanna a otto mesi.

Come detto la zona della tragedia è da oltre 20 anni proibita al fuori pista per l’elevato pericolo di valanghe. Andreas Sippel, però, sottovalutò in maniera clamorosa la situazione. Nel procedimento penale Christian Welponer si era costituito parte civile.

Il processo è però saltato ed ora l’alpinista altoatesino (assistito legalmente dall’avvocato Nicola Nettis) avvierà un procedimento in sede civile per ottenere un adeguato risarcimento.

Non sarà difficile dimostrare gli effetti pesanti che la vicenda ha provocato a livello psicologico su Christian Welponer che continua a dover fare i conti con i ricordi di quei terribili momenti.

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