sicurezza

Squadre anti-aggressione sui treni «regionali»

Un nucleo di protezione aziendale contro i violenti che non pagano. Tornelli “umani” in stazione a Bolzano, Trento e Verona


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Squadre di «protezione aziendale» sui treni regionali – tra Bolzano e Verona – e «tornelli umani» per salire a bordo a Bolzano, Trento e Verona: queste sono le prime due misure operative adottate d’intesa tra sindacati e Trenitalia che hanno già prodotto risultati significativi. «Nelle ultime due settimane - sottolinea Christian Tschigg, segretario provinciale della Cisl trasporti - non si sono registrate nuove aggressioni ai danni di capitreno e macchinisti, presi di mira quasi quotidianamente per tutta l’estate».

Le squadre anti-aggressione. Il mezzo più efficace contro i violenti che non pagano il biglietto - in prevalenza mendicanti sfruttati dal racket, prostitute e richiedenti asilo che fanno i pendolari tra il Veneto e il Trentino Alto Adige - si è rivelato finora il (massiccio) potenziamento delle «squadre di protezione aziendale».

«Si tratta di personale - spiega Tschigg - appositamente formato da Trenitalia, destinato proprio ai regionali. Quattro o cinque persone che salgono assieme sui convogli e verificano chi ha pagato e chi no. È il modo migliore per non lasciare macchinisti e capitreno in balia degli incivili, come è accaduto purtroppo fino ad agosto». Il personale di Trenitalia non è munito di manganelli e non può alzare le mani, ma a dissuadere furbi e violenti in queste prime settimane è stata la regolarità dei controlli. «I passeggeri, anche i più spavaldi, hanno capito che non si scherza. L’importante è non abbassare la guardia nei prossimi mesi. I controlli e la pressione dovranno essere costanti a tutela del personale viaggiante di Trenitalia».

I «tornelli umani». Un’altra misura efficace è quella dei «tornelli umani» in stazione a Bolzano, Trento e Verona.

«L’accesso ai treni è consentito solo da un vagone, davanti al quale si sistemano tre o quattro dipendenti di Trenitalia, la cui presenza scoraggia chi non paga». Naturalmente, a volte, può rivelarsi una perdita di tempo ma questa misura è stata ritenuta necessaria soprattutto dai sindacati. «Anche la presenza della Polfer è stata intensificata nel tratto compreso tra Trento e Verona dove, nel 2017, si è registrato il maggior numero di aggressioni».

Venerdì un vertice a Bolzano. Dopo il primo incontro a Roma, dove è stato deciso un pacchetto di misure di sicurezza, venerdì ci sarà un ulteriore confronto con i vertici locali del gruppo Fsi.

Le altre misure. Ci sono anche altre misure sul piatto, ma bisognerà decidere tempi e modalità di attuazione delle stesse. Tra le più attese ci sono l’implementazione dell’installazione di impianti di videosorveglianza sui treni, la prosecuzione dei percorsi formativi per il personale viaggiante per la gestione delle situazioni critiche, l’assunzione di ulteriori risorse da dedicare alla «protezione aziendale» e l’individuazione, in base alle segnalazioni pervenute, delle tratte e dei treni critici sui quali dovrà essere effettuata una maggiore attività di contrasto alle aggressioni per migliorare le condizioni di sicurezza sui treni e nelle stazioni.













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