Stalking “giudiziario” per rovinare l’avvocatessa 

Primo caso in Alto Adige. Una nota professionista costretta a vivere un incubo per una raffica di querele infondate Sotto accusa per comportamento persecutorio un imprenditore locale che aveva architettato una sorta di vendetta


MARIO BERTOLDI


Bolzano. Primo caso di stalking giudiziario in Alto Adige. La Procura della Repubblica ha chiuso da pochi giorni un’inchiesta innescata dalla denuncia di una avvocatessa rimasta vittima di un comportamento persecutorio professionale da parte di un imprenditore, controparte in una controversia di carattere civilistico. C’è una nuova tecnica utilizzata a quanto pare per la prima volta anche in Alto Adige e riguarda la strategia che si può mettere in atto per cercare di rendere impossibile la vita professionale di un legale.

Primo caso.

E’ la prima volta che una simile ipotesi di reato viene contestata in provincia di Bolzano. L’inchiesta avviata dalla Procura di Bolzano è una delle prime in Italia di questo tipo. Lo stalking giudiziario deve essere inteso come abuso del diritto giudiziario utilizzato come strumento di intimidazione e di persecuzione, tale da ingenerare nella vittima timori, ansie e turbamenti in relazione alla propria attività professionale. La materia è particolarmente delicata in quanto l’ipotesi di reato si concretizza solo quando le iniziative giudiziarie o professionali assunte a carico della vittima risultano palesemente infondate. Nel nostro caso l’avvocatessa altoatesina, parte lesa, ha dovuto affrontare una serie di querele, poi archiviate in quanto totalmente infondate. La professionista altoatesina ha anche dovuto affrontare esposti fatti pervenire all’Ordine degli avvocati per episodi risultati non veritieri, con successiva archiviazione di tutti i procedimenti inevitabilmente avviati.

Azioni strumentali.

Ovviamente il fatto che esposti e querele siano completamente infondati è condizione basilare perché possa scattare l’ipotesi di reato dello stalking giudiziario perché altrimenti si entra nell’ambito del legittimo esercizio di un diritto da parte di chi ricorre alle vie legali per contrastare un fatto che ritiene ingiusto. Dunque è fondamentale, perché possa essere contestato il reato di stalking giudiziario (cioè di comportamento persecutorio sotto il profilo professionale) che le azioni messe in atto abbiano il carattere della “strumentalità dell’ azione giudiziaria”, intrapresa non allo scopo di difendere un proprio diritto ma per mettere in forte difficoltà la parte lesa sotto il profilo prettamente professionale.

Verso il processo.

Nel primo caso finito al vaglio della Procura di Bolzano la Procura della Repubblica ha ritenuto fondata l’ipotesi accusatoria e ha depositato nei giorni scorsi avviso di conclusione indagine, atto formale che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Ovviamente se il pubblico ministero avesse ritenuto non fondata l’ipotesi accusatoria dello stalking giudiziario invece dell’avviso di conclusione indagine avrebbe semplicemente depositato al giudice richiesta di archiviazione. In realtà è molto probabile che la Procura proceda con la richiesta di rinvio a giudizio dell’imprenditore indagato che avrebbe agito con uno spirito vendicativo nei confronti dell’avvocatessa avuta come controparte in altri procedimenti. Ora la difesa dell’imprenditore ha 20 giorni di tempo per depositare documentazione difensiva o chiedere un interrogatorio.













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