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Strage del 3 maggio  Baur legge i nomi degli operai uccisi

BOLZANO. Marco Cavattoni ha mantenuto la parola. Ieri mattina ha atteso il corteo del vicesindaco Christoph Baur in via Volta, davanti al muro dell’ex Lancia (oggi Iveco) con un cartello al collo:...



BOLZANO. Marco Cavattoni ha mantenuto la parola. Ieri mattina ha atteso il corteo del vicesindaco Christoph Baur in via Volta, davanti al muro dell’ex Lancia (oggi Iveco) con un cartello al collo: riporta i nomi degli 11 morti e dei 19 feriti, vittime del rastrellamento nazista nella zona industriale il 3 maggio 1945. Nella lista c’è anche il padre Andrea Cavattoni, il partigiano «Dighe», che si salvò, nonostante le pallottole in corpo. Non c’è ancora una targa che ricordi quei nomi ed è stato proprio Marco Cavattoni a ricostruire la storia, lavorando incessantemente con archivi e testimoni. Finora in via Volta quelle vittime vengono ricordate con una targa generica, senza nomi, voluta dai «compagni della Lancia». Martedì il sindaco Renzo Caramaschi ha fatto una promessa a Cavattoni: «La targa con i nomi ci sarà». Ma il figlio del partigiano il suo cartello ieri lo ha mostrato «e lo farò anche il 3 maggio». Baur gli ha stretto la mano e ha improvvisato un cambio di programma. «Vorrei ricordare i nomi dei morti», ha detto Baur, avvicinandosi a Cavattoni e leggendo: «Annibale Bertolina, Ermanno Bonani, Fausto Bonato, Irfo Borin, Napoleone Canazza, Andrea Gabrielli, Virgilio Lorenzetto, Antonio Peretto, Arturo Pontalti, Romolo Re, Walter Saudo». Il più giovane aveva 18 anni, il più anziano 62.

Marco Cavattoni si commuove: «La prossima volta leggiamo anche i nomi dei feriti, che sopravvissero, ma come? C’è chi non riuscì mai più ad avere una vita normale, perché assistere alle esecuzioni gli bruciò la psiche». Da Baur una riflessione cupa: «È giusto essere qui. Viviamo un’epoca in cui c’è una analisi spietata sulla democrazia, e allora mi chiedo: ci sarà ancora una democrazia nel nostro futuro?». Bolzano lentamente sta costruendo un 25 aprile condiviso tra gruppo italiano e tedesco. Così Baur: «È compito di tutti che sia una giornata dedicata ai valori universali di libertà e uguaglianza». (fr.g.)













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