Superata la soglia dei 200 mila dipendenti 

Il dato-record è su base annua. Di nuovo sopra i 20 mila gli under 25 assunti. A crescere non sono solo contratti a termine


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Per la prima volta nel 2017 in Alto Adige abbiamo superato i 200 mila occupati dipendenti (settore pubblico e privato) su base annua, raggiungendo quota 201.823. Prima d’ora questa soglia era stata toccata solo a livello mensile, in quanto legata all’assunzione di personale nel settore turistico o in agricoltura, in coincidenza con il periodo del raccolto. Si tratta dell’ aumento maggiore degli ultimi 20 anni sia in numeri assoluti (6.440) sia in percentuale (+3,3%)».

Mentre a livello nazionale si temono le conseguenze della riduzione degli incentivi previsti dal “Jobs Act”, in ambito locale Mirco Marchiodi - responsabile del Centro studi di Assoimprenditori, alla vigilia del ricevimento dell’Associazione in programma questa sera a Termeno nella sede delle distillerie Roner - traccia un quadro più che positivo della situazione occupazionale in Alto Adige che fa guardare con ottimismo anche ai mesi che verranno. Un’iniezione di fiducia per le famiglie e per i giovani che si preparano ad entrare nel mondo del lavoro.

I contratti. «La cosa positiva è che la crescita riguarda tutti i settori e tutte le fasce di età: gli occupati under 25 sono tornati per la prima volta ad essere più di 20 mila, per la precisione 20.600, mille in più rispetto a un anno fa (è dal 2011 che non si raggiungevano i 20 mila occupati under 25)».

Ma l’aumento, secondo i sindacati, riguarderebbe quasi solo i contratti a tempo determinato.

«È vero che sono aumentati i contratti a tempo determinato, sono cresciuti però anche quelli a tempo indeterminato. Negli ultimi 3 anni - tra il 2014 e il 2017 - sono aumentati da 139 a 146 mila, quindi 7.000 in più, e i contratti a tempo determinato da 48 a 56 mila, quindi + 8.000».

La crescita è diffusa su tutta la provincia o è un fenomeno a macchia di leopardo?

«È generalizzata: Bolzano città passa a 58.689 occupati dipendenti (+1.500 in un anno), crescite altrettanto forti si registrano nei centri industriali - Pusteria (soprattutto automotive, da 30 a oltre 31 mila occupati in un anno) e Bressanone (high-tech, da 20 a 21 mila occupati). Dal 2000 ad oggi ci sono 50 mila occupati in più, ovvero 20 mila uomini e 30 mila donne».

Nuove assunzioni. Dal Rapporto del Mercato del lavoro della provincia di Bolzano emergono dati interessanti sulle aziende che stanno crescendo e quindi assumono: in Val Venosta la “Hoppe” ha creato in quattro anni oltre 250 posti, un centinaio in più rispetto a quanti ne ha persi con la chiusura dello stabilimento in Val Passiria alla fine del 2013. In Val Pusteria prosegue l’espansione del polo automotive di Brunico, dove due imprese hanno creato nell’arco di quattro anni 500 posti. La Intercable ha incrementato negli ultimi sei mesi di ulteriori 70 unità il proprio organico. La “Gkn” ha fatto 60 assunzioni, anche per il nuovo impianto produttivo inaugurato a Campo Tures e in vista della prossima apertura di un ulteriore impianto produttivo a Monguelfo. A Bressanone invece continua la crescita della Alupress con l’assunzione di una ventina di dipendenti.

Le criticità. In un quadro di piena (o quasi) occupazione, ci sono anche in Alto Adige casi come quello di una storica azienda del Padovano, specializzata nella costruzione di trattori, salita poche settimane fa alla ribalta delle cronache nazionali, in quanto non trovava una settantina di tecnici?

«Il rovescio della medaglia è proprio questo: non si trovano lavoratori, soprattutto qualificati ma anche non. Secondo l’ultimo rilevamento di Unioncamere, il 30% dei posti sono di difficile reperimento. Cifre alla mano Bolzano è la provincia italiana in cui è più difficile reperire il personale».















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