MERANO

Terrorismo a Merano, in un appartamento la scuola di attentati e sequestri jihadisti

Maxi operazione dei Ros dei Carabinieri per smantellare una cellula italiana dell'islamismo radicale curdo: erano pronti ad attaccare Paesi Europei e si formavano in Medio Oriente


di Alan Conti


BOLZANO. Una cellula di formazione agli attentati, con incontri fisici periodici che superano di gran lunga il contatto virtuale che aveva fino a ieri caratterizzato l'ombra del terrorismo islamico in Alto Adige. Stavolta la portata dell'operazione messa in atto dai Ros dei Carabinieri su tutto il territorio nazionale è di quelle capaci di scuotere il territorio. Quattro jihadisti coinvolti vivevano a Merano, due a Bolzano e uno in un piccolo paese limitrofo al capoluogo. Il blitz è scattato alle prime luci dell'alba e nasce da un'ordine di custodia cautelare ai danni di 17 persone indagate per associazione con finalità di terrorismo internazionale aggravata dalla transnazionalità del reato. Nello specifico sedici cittadini curdi e un kosovaro. Sei sono state fermate in Italia, quattro in Gran Bretagna, tre in Norvegia e uno è stato localizzato in Iraq. Alcuni potrebbero essere morti in Medio Oriente.

E' stata una nottata di perquisizioni approfondite per i carabinieri sul territorio altoatesino. Particolarmente attivo nell'opera di reclutamento a Merano era Abdul Rahman Nauroz che agganciava possibili adepti sul web e poi teneva vere e proprie lezioni all'interno del suo alloggio. Proprio in quella sede, secondo gli inquirenti, si tenevano anche riunioni segrete. Nel mondo parallelo del web, nel frattempo, si sviluppava una vera e propria università dello jihadismo. Il tutto si svolgeva con un pendolarismo regolare con la località di Gradisca d'Isonzo in Friuli. In manette anche uno degli allievi di Nauroz, Hasan Saman Jalal, che veniva costantemente preparato a partecipare ad azioni armate di guerra o terroristiche pianificate come suicide. Si studiavano anche azioni di sequestro con richieste di riscatto. A tradire Nauroz, però, è stato il suo attivismo nel voler organizzare un viaggio in Siria del kosovaro Hodza Eldin (arrestato anche lui) con partenza da Istanbul. Volo finanziato con 780 euro e monitorato costantemente dai Ros fino all'approdo di Eldin all'interno di un campo d'addestramento battente bandiera dell'Is per poi tornare e riferire la propria esperienza alla cellula italiana.

Ecco l'appartamento di Merano, covo dei terroristi islamici

Merano. Ecco l'appartamento di Merano dove Hozda Eldin, arrestato dai carabinieri dei Ros nell'ambito dell'operazione "Jweb", faceva proselitismo e forniva anche appoggio a terroristi islamici di passaggio in Italia. Video: Acero L'ARTICOLO

Gli altri arrestati sul suolo italiano sono Hama Mahmoud Kaml, Abdula Salih Ali, Mohamad Fatah Goran e Ibrahim Jamal. Perquisizioni sono avvenute anche nelle province di Parma e Brescia. Diversi avevano raggiunto il teatro siro-iracheno. Ali Mohammad, per esempio, ha militato nelle file dell'Isis e ha ricevuto un supporto importante dallo stesso Nauroz. L'organizzazione si occupava anche di recuperare armi per il territorio europeo. Che volessero fare male ci sono pochi dubbi e a confermarlo, a Roma, è stato lo stesso comandante dei Ros Giuseppe Governale: “Il progetto prevedeva la possibilità di fare attentati in Medio Oriente e nel Nord Europa, probabilmente in Norvegia. Non in Italia”. In Italia si limitavano all'addestramento. “Gli attentati potevano coinvolgere diplomatici norvegesi o inglesi per ottenere la liberazione del loro capo che è il mullah Krekar (Faraj Najmuddin Ahmad) detenuto proprio nel Paese dei fiordi e sottoposto a intercettazioni telefoniche”. Il reclutamento avveniva via web ma le lezioni, come detto, si tenevano a Merano in un appartamento in riva al Passirio.

Krekar, curdo di spicco nel mondo dell'islamismo, era il vertice di un'organizzazione estremamente gerarchica (chiamata “Rawti Shax” o “Didi Nwe”) che aveva la testa in Norvegia e diramazioni in tutta Europa: quella italiana era importantissima. La finalità era l'istituzione di uno Stato islamico nel Kurdistan, non a caso frequenti erano i contatti con “Kurdistan Battalion”, la costola irachena di Al Qaida. In quest'ottica l'appoggio e l'avanzamento dalla Siria è diventato presto fondamentale: da qui l'appoggio all'Isis. Per parlare tra di loro gli adepti cercavano sempre codici di messaggistica telematica particolari, linguaggi criptati e persino semplice gestualità. L'operazione dei Ros è partita nel 2010 a seguito dell'individuazione del sito internet www.jarchive.info con una chiara connotazione islamica riconducibile ad Al Qaida. Negli anni è stata supportata dalla collaborazione con le autorità giudiziarie e le forze dell'ordine di Norvegia, Germania, Grecia. Stati Uniti, Finlandia, Svizzera e Regno Unito.













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