Tommasini: «Mio fratello? Tutto in regola» 

L’assessore difende i progetti da mezzo milione. Moggio (Gs): «Valorizzare il personale interno»



BOLZANO. Trentacinque progetti in sette anni per un totale di 521 mila euro affidati dalla ripartizione Cultura italiana, dalla Formazione professionale e dall’intendenza scolastica italiana alla cooperativa sociale Altrimondi (presidente Sergio Bonagura, vice Andrea Tommasini, fratello dell’assessore Christian Tommasini) e a Irecoop, un consorzio di cui fa parte anche Altrimondi. Il caso è stato sollevato dall’interrogazione di Paul Köllensperger, ma Christian Tommasini respinge ogni tema di inopportunità: «Non si possono mettere insieme diverse tipologie di progetti e soggetti per fare di tutta un’erba un fascio. Il fatto che si tiri in ballo l’attività professionale di un fratello per colpire direttamente una persona è sinceramente sgradevole e fuori luogo. Si tratta di attività affidate attraverso gare e procedure amministrative da funzionari competenti nell’ambito dell’attività formativa e culturale, in cui nulla c’entra l’assessore. Il fatto che fra i molti soggetti tirati in ballo, in uno di questi figuri come socio anche mio fratello non c’entra francamente nulla né con l’attività svolta, con le procedure seguite né tantomeno con le mie prerogative di assessore». Secondo Tommasini, «non c’è alcun conflitto di interesse in questo caso, non avendo avuto nessuna funzione negli affidamenti, che competono in toto ad altri. Così come prescritto dalla legge vi è infatti una separazione netta fra funzioni politiche ed amministrative. L’assessore per norma deve infatti astenersi giustamente dal firmare concessioni o contributi a parenti». E ribadisce: «Non è nemmeno immaginabile che il solo fatto di essere parenti o conoscenti di qualcuno (siano essi amministratori o consiglieri provinciali) impedisca in toto di lavorare o partecipare a gare o incarichi pubblici per cui si hanno requisiti e professionalità specifiche». Ma sulla pioggia di denaro pubblico alle coop, tra l’altro in prevalenza con affidamento diretto, chiede spiegazioni anche il sindacato dei dipendenti provinciali Gs. «Non esiste personale interno adeguato per svolgere questi compiti? Prima di affidare decine di progetti all’esterno l’amministrazione ha effettivamente verificato l’esistenza di competenze adeguate per quei progetti?», dice Gianluca Moggio, segretario del Gs. I 35 progetti includono, tra l’altro, corsi di formazione per il personale delle scuole dell’infanzia, formazione «mensa interscuola», «Giochiamo con Pulce il clown»,«educatori di supporto agli insegnanti nella gestione di alunni con difficoltà comportamentali. Sottolinea Moggio: «Vanno valorizzate le risorse interne. Nella scuola e nella formazione professionale non mancano certo persone con competenze di formatori».













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