Troppi cervi, la Provincia: «Prelievi da aumentare» 

Il direttore dell’ufficio Caccia e pesca: «La loro presenza deve essere limitata» Più abbattimenti per consentire il rimboschimento dopo la tempesta di ottobre



BOLZANO. Nonostante l'inverno passato sia stato rigido, in primavera si è registrato un numero record di cervi, così elevato come mai dal 2001 a oggi. Tale risultato, sottolineano il direttore dell'Ufficio caccia e pesca della Provincia Luigi Spagnolli e il suo vice Andreas Agreiter, indica che il numero dei cervi sta aumentando in provincia e che gli interventi per limitare la presenza di questi animali nei boschi non sono stati sufficienti a limitarne la proliferazione.

Secondo i dati dell'ufficio si moltiplicano le lamentele di agricoltori e silvicoltori rispetto alla messa in pericolo del rimboschimento a causa della massiccia presenza di questi animali, dato rilevato anche dalle autorità forestali.

"Troppi cervi minacciano i boschi, mangiando completamente i germogli di nuovi alberi e minacciando l'agricoltura. Per questo è stato innalzato il numero di animali cacciabili" sottolinea Spagnolli.

Gli animali selvatici reagiscono istintivamente ai fenomeni naturali e per questo sono molto adattabili.

Dopo il maltempo di fine ottobre, i rami al suolo degli alberi con la loro massa di aghi verdi sono diventati il cibo preferito di cervi, cerbiatti e camosci. Le ampie aree di bosco prive di alberi diventeranno nei prossimi anni il terreno di pascolo di questi animali, ma durante l'inverno la neve copre l'erba e i rami, spingendo gli animali a nutrirsi dei germogli dei nuovi alberi in crescita, minacciando il necessario rapido rimboschimento delle aree disboscate dal vento.

Per questa ragione nei prossimi anni aumenterà la cacciabilità di questi animali, specialmente nelle zone disboscate dal vento.

Altrimenti, spiegano Spagnolli e Agreiter portando ad esempio episodi analoghi avvenuti nei boschi austriaci e tedeschi, sarà difficile nei prossimi anni portare avanti il rimboschimento.

Per questo l'anno passato non è stato aumentato il numero di cerbiatti e camosci cacciabili, ma quello dei cervi.

Il problema è alquanto delicato perché, nei prossimi anni, secondo le stime della Provincia, per rimboschire le foreste schiantate dalla tempesta di vento di fine ottobre, dovranno essere piantati almeno due milioni di nuove piante. La cui crescita potrebbe però essere minacciate dagli ungulati.

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