Troppi esami inutili, l’Asl verso la stretta 

Il direttore generale Zerzer: «Chi vorrà fare l’ennesimo esame non appropriato, se lo farà pagando di tasca sua»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Facciamo di tutto per curare chi sta male sul serio. Ma se un cittadino chiede di fare l’ennesimo esame non richiesto se lo farà da privato». E lo pagherà.

Il direttore generale dell’Asl - Florian Zerzer - indica la strada che intende seguire per contrastare la richiesta di esami inutili che fa perdere tempo e denaro all’Azienda. Questa in sintesi la risposta agli esami diagnostici (tac, risonanza magnetica ecc.) fatti fare da molti medici in convenzione nel vicino Trentino per tagliare le attese che affliggono l’Alto Adige. «L’Asl eroga 8,4 milioni di prestazioni l’anno, sborsiamo più di ogni altro, dovremmo assestarci a circa 870 milioni e invece spendiamo 1 miliardo e 400 milioni di euro l’anno. A questo punto è chiaro che spenderemo, è vero, altri denari per assumere personale, per trovare gli specialisti delle branche che sono in difficoltà ecc. ma non possiamo spenderne altri per assecondare chi abusa della diagnostica». Il tema antico non è mai così attuale ed è quello dell’appropriatezza delle prescrizioni di esami, farmaci o terapie. Un’indagine di Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) - riportata da Altroconsumo - fa sapere a proposito di medicina difensiva che il 36% dei medici ha prescritto un esame richiesto con insistenza dal paziente anche se lo riteneva inutile. L’Associazione consumatori ha svolto a livello nazionale una sua ricerca su un campione di 1.019 persone (30-74 anni) in merito alla loro esperienza nell'arco di un anno con il medico di base e lo specialista, dalla quale è emerso che il 93% degli intervistati è andato almeno una volta dal dottore o dallo specialista a chiedere la prescrizione di un farmaco o di un esame. Non sempre si trattava di una richiesta corretta per il medico che, nel 61% dei casi, almeno una volta ha risposto di non ritenere necessaria la prescrizione domandata. Una grande maggioranza delle persone (75%) ha seguito le indicazioni ed ha quindi rinunciato, ma, a sorprendere, è quel 19% che invece ha insistito finché il medico non lo ha accontentato, unito a un 6% che si è rivolto a un altro specialista. «E questo noi non lo possiamo più sopportare. Continuano a chiederci - riprende Zerzer - fino a che punto possiamo erogare prestazioni ed accontentare tutti e quando fermarci. Ma sono più che convinto che se un cittadino insiste col richiedere esami inutili, se li farà da privato». E Zerzer non gradisce neanche la protesta delle cliniche. Rupert Waldner - presidente Saps - che riunisce le strutture accreditate per la radiologia (in particolare Bonvicini, Omega e Sant’Anna) - dice che i budget delle strutture convenzionate in Alto Adige sono calmierati e compressi, ed evidentemente insufficienti a soddisfare le richieste visto che molti pazienti se ne vanno fuori provincia, sempre in convenzione. Ma il direttore è caustico. «Abbiamo già aumentato il budget delle cliniche non possiamo arricchire ulteriormente il piatto. Anche perchè gli stessi privati che adesso ci criticano, altre volte in merito a nostre precise richieste ci hanno risposto picche. Una sola cosa dobbiamo fare e l’ho già detta... lavorare sull’appropriatezza delle prescrizioni per tagliare gli esami inutili». Zerzer risponde anche al caso riportato ieri sul nostro giornale di una signora - affetta da patologia minore - a cui i medici del San Maurizio hanno consigliato di rivolgersi “altrove” perchè danno priorità agli interventi urgenti per mancanza di anestesisti. «Stiamo assumendo anestesisti e migliorando l’organizzazione di tutte le sale operatorie dell’Alto Adige. In futuro - conclude - gli interventi minori andranno spalmati sui 7 ospedali, ovviamente di comune accordo con i singoli Comprensori».













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