Turni e ferie, la rabbia degli autisti Sad

Già sei scioperi in pochi mesi. «Noi privilegiati? Sono fuggiti in 40». Mussner: entro una settimana vertice con l’azienda


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Autisti della Sad sul piede di guerra. Dopo sei scioperi in pochi mesi ieri c’è stato l’ennesimo presidio, questa volta davanti alla sede del Consiglio provinciale. I dipendenti hanno replicato alle accuse, ritenute «infamanti e infondate», del direttore generale dell’azienda che - «con 1900 euro netti al mese» - li ritiene dei «privilegiati rispetto ai colleghi del resto d’Italia». Per Vettori, al contrario, «i poveri sono altri: lavorano per i call center e guadagnano 900 euro al mese. Noi, alla Sad, rispettiamo i contratti collettivi. Che sono più ricchi, anche rispetto ad altre aziende locali».

Per la cronaca alla Sasa un autista di prima nomina guadagna tra i 1.300 e i 1.400 euro netti, ma la media - spiega il presidente Stefano Pagani - si attesta attorno a quota 1.600. «Dipende, ovviamente, da straordinari, festività, sabati e domeniche. Non si possono paragonare le mele con le pere».

Gli autisti Sad, ieri, non l’hanno presa benissimo. Al centro della vertenza ci sono ferie non concesse, straordinari pagati solo in parte, rimborsi spese per le trasferte con la propria auto in busta paga e un clima aziendale che si sta facendo di giorno in giorno più pesante. «Ma quali privilegiati! Solo nell’ultimo anno sono andate via 40 persone», assicura Artan Mullaymeri della Uil. «Lunedì prossimo saremo all’ufficio del lavoro perché sembra che la Sad voglia cedere ai privati cinque linee tra Castelrotto e Bressanone. Noi non ne sappiamo nulla: nelle strategie aziendali non siamo minimamente coinvolti. O meglio, siamo sistematicamente ignorati».

Un macchinista dei treni Sad si avvicina e ci fa vedere uno dei suoi “nastri lavorativi” di questa settimana: «Inizio turno alle 5.30 di mattino e fine turno alle 17.43: in totale si tratta di 12 ore e 13 minuti di cui solamente 8 ore e 45 minuti pagate». Un altro turno sfiora le 12 ore: inizio alle 3.47 del mattino e fine alle 15.45, quasi 12 ore, di cui 8.33 pagate.

Un autista di bus si fa largo e si sfoga. «Quando non guidiamo e siamo fuori sede, a Caldaro ad esempio, dobbiamo restare due ore e più chiusi nel pullman: non abbiamo neppure i servizi a disposizione. Ma vi sembra normale?».

Le ferie? In media chi guida (la fonte è l’azienda) nel 2016 ha fatto 21 giorni. Gli altri si accumulano e smaltirli e quasi impossibile.

I rapporti tra sigle sindacali non sono sempre buonissimi, ma ieri è stato fatto uno sforzo per fare un presidio collettivo (o quasi). I delegati, dopo una manifestazione durata un’ora e mezza, sono stati ricevuti dall’assessore provinciale Florian Mussner, che ha promesso un vertice a tre entro una settimana. «Confidiamo che possa servire a qualcosa - concludono gli autisti - ma se così non fosse ci bastano dieci giorni per indire un’altra giornata di sciopero. E non chiamateci privilegiati perché non lo siamo davvero».

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