Uccisi da due fulmini davanti alle compagne

Christoph Kern, 35 anni, era sulla Roda di Vael a quota 2.800 metri Robert Karnutsch, 52 anni, scendeva dalla Palla Bianca


di Alan Conti e di Ezio Danieli


BOLZANO. Due tragedie in fotocopia, beffardamente simili nel destino delle vittime e nella contemporaneità. Le vite di due uomini, entrambi appassionati di montagna, sono state cancellate ieri pomeriggio da un fulmine, a un’ora di distanza l’una dall’altra: la prima a pochi metri dalla cima della Roda di Vael, la seconda a mezz’ora di cammino dal rifugio Pio XI alla Palla Bianca (2.544 metri) in Vallelunga, sul sentiero che raggiunge Melago. Entrambe le vittime sono state centrate a pochi metri dalle rispettive compagne.

La prima tragedia, come detto, si è consumata alle 13 sul versante di Nova Levante della Roda di Vael a circa 2.800 metri d’altitudine.

Il fulmine ha colpito un turista germanico di 35 anni di Dortmund, Christoph Kern, che stava scendendo dalla cima in compagnia della moglie e di un’altra escursionista. Il fulmine lo ha centrato in pieno, mentre le due donne si trovavano a circa venti metri di distanza.

All’arrivo dei soccorritori dell’Aiut Alpin Dolomites non c’ era più nulla da fare: la morte è arrivata sul colpo. Il corpo è stato ricomposto nella camera mortuaria di Nova Levante. Leggere le ferite delle due escursioniste che erano con lui e che, sotto shock, sono state accompagnate alla stazione a valle della seggiovia Paolina.

Vittima di un fulmine in Alta Venosta, nella zona della Palla Bianca, anche un alpinista di 53 anni, Robert Karnutsch, agricoltore di Foiana (Lana) morto sul colpo.

Investite dalla scarica anche la fidanzata e la sorella dell'alpinista. Le due donne, scaraventate a terra, sono state portate all'ospedale civile di Silandro e sottoposte ad una serie di accertamenti del caso. Più serie sembrano essere le condizioni della compagna della vittima mentre la sorella avrebbe riportato solamente un grave stato di shock.

La disgrazia si è verificata a meno di mezz'ora di cammino dal rifugio Pio XI. I tre, che nel mattino avevano scalato una cima, stavano facendo ritorno verso il paese di Melago: entusiasti per quell’escursione in alta quota che avevano programmato da tempo. La giornata, seppur velata da qualche nuvola, era bella, ma nulla lasciava prevedere il temporale che invece s'è scatenato, all’improvviso, nella parte alta della Vallelunga.

L'alpinista di Lana, la sua fidanzata e la sorella pare abbiano cercato protezione in una baracca di legno che serve solitamente per il riposo dei pastori. Non hanno però fatto in tempo a raggiungerla perché un fulmine li ha colpiti in pieno.

I tre sono stati scaraventati a terra immediatamente. Karnutsch e la sua compagna sono apparsi subito gravi. La sorella dell'uomo, dopo essersi ripresa, ha avuto la prontezza di spirito di avvisare la centrale operativa del 118, dopo aver raggiunto una zona coperta da segnale telefonico.

Sul posto della tragedia si è portato subito un pastore che fa parte del soccorso alpino del Cnsas di Curon che ha cercato di prestare aiuto ai tre.

Nel frattempo, decollato da Bolzano, a Curon è arrivato il Pelikan 1 del soccorso provinciale che ha caricato altre quattro persone del Cnsas e le ha trasportate sul luogo della tragedia.

Nonostante la tempestività dell’intervento, per l'alpinista di Foiana non c'era più nulla da fare: l’uomo non dava più segni di vita e, una volta ottenuto il nullaosta dall'autorità giudiziaria, il corpo è stato ricomposto nella cappella mortuaria di Curon.

La sua fidanzata, con ferite ed ustioni in varie parti del corpo, è stata trasferita sempre in elicottero all'ospedale di Silandro. Secondo una prima ricostruzione camminava a circa dieci metri dal punto in cui è stato centrato Karnutsch: le sue condizioni non sarebbero gravi.

La sorella dell'alpinista, affidata al servizio di assistenza spirituale della Croce Bianca, è stata portata a sua volta a valle e, nel tardo pomeriggio, è stata convinta a farsi visitare presso il nosocomio di Silandro. E' grave lo choc che ha riportato, prima per il fulmine che l'ha colpita e poi dopo aver saputo che il fratello era deceduto nell’incidente.

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