il decreto

Vaccini: solo 10 obbligatori e multe più lievi

Kompatscher: «Soddisfatti di aver contribuito ad ammorbidire il decreto». Stocker: «Speravo che l’obbligo scattasse dal 2019»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. I vaccini obbligatori scendono da 12 a 10 (meningite C e B passano dagli obbligatori ai raccomandati). Calano le sanzioni (da 7.500 a 3.500 euro). Sparisce il riferimento alla possibile perdita della patria potestà per chi non vaccina i figli. Ne esce un decreto ammorbidito col presidente Arno Kompatscher che plaude alle novità insieme all’assessore alla sanità Martha Stocker: «Siamo felici che l’Alto Adige e l’Svp abbia contribuito al risultato anche se avremmo gradito un’ulteriore riduzione delle sanzioni. Sulle multe si poteva fare di più fin dal principio per evitare lo scontro. Bene che sia sparito il riferimento alla perdita della patria potestà». E Stocker - in odore di elezioni provinciali (autunno 2018) - avrebbe preferito eliminare l’obbligo per l’iscrizione: «Non è successo e speravo che scattasse a marzo 2019 invece che a marzo 2018. Non finirò mai di dire che i genitori vanno convinti non costretti».

Intanto si cambia: la Commissione Igiene e sanità del Senato ha dato via libera al decreto vaccini che ieri è approdato in Aula per la discussione.

Il testo esce con diverse modifiche rispetto all’originale.

Vaccinarsi diventa obbligatorio per entrare al nido e all'asilo da 0 a 6 anni mentre da 6 a 16 (elementari, medie e biennio delle superiori) l’alunno viene ammesso, però i genitori vanno incontro a sanzioni che sono state comunque ridotte rispetto al testo originale: la massima per i genitori inadempienti passa infatti da 7.500 a 3.500 euro. E salta anche il riferimento alla possibile perdita della patria potestà per chi non vaccina i figli.

I vaccini obbligatori per l’iscrizione a scuola scendono come detto da 12 a 10 (e si concretizzeranno in 2 sole punture): una esavalente con 6 componenti (difterite, tetano, pertosse, emofilo, polio ed epatite B) e una quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella).

Raccomandate altre 4 vaccinazioni in base all’anno di nascita che saranno offerte gratuitamente: meningite B e C (che prima erano obbligatorie), rotavirus e pneumococco. L’Alto Adige insomma ha vinto - in parte - la sua battaglia. L'assessore Stocker a metà giugno (seduta accanto al governatore del Veneto, Luca Zaia) aveva protestato con forza a Roma, alla seduta della Conferenza Stato - Regioni, riunita alla presenza del ministro della sanità, Beatrice Lorenzin. La ministra allora aveva assicurato che «le richieste di modifica che verranno presentate attraverso il regolare iter parlamentare, come è già stato fatto da deputati e senatori altoatesini, saranno verificate, valutate ed eventualmente anche tenute in considerazione». E così è stato. Ricordiamo che il Consiglio provinciale il 7 giugno scorso aveva anche approvato una mozione che prendeva posizione, in maniera chiara, contro misure troppo coercitive mirate all'attuazione dell'obbligo dei vaccini. La Stocker non ha mai avuto dubbi: «La decisione del Governo di rendere obbligatori 12 vaccini ci ha spaventato fin dal primo giorno. Bene essere scesi a 10. E ci spaventano i tempi, troppo stretti per rispettarla. E ci hanno spaventano le multe. Troppo alte. Abbiamo chiesto al ministro Lorenzin margini di manovra per abbassarle e ci ha ascoltato. Sono mesi che ci battiamo perchè i genitori comprendano l'importanza delle vaccinazioni ma siamo dell'idea che vadano convinti e non costretti». La Stocker combatte su un doppio fronte: sanitario e politico con lo spauracchio delle elezioni provinciali 2018 e con 120 famiglie no-vax che hanno minacciato di trasferirsi in Austria per non sottostare all'obbligo del decreto. Che da marzo 2018 rende obbligatori 10 vaccini, pena la non iscrizione a scuola, nella fascia di età da 0 a 6 anni, ossia in nidi e asili.













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