Venosta, 1500 i pendolari che lavorano in Svizzera

Secondo lo studio della Provincia i transfrontalieri sono un quinto degli occupati Meta preferita è il Cantone dei Grigioni. Solo 50 le persone impiegate in Austria


di Ezio Danieli


VAL VENOSTA. Vivere in Alto Adige, lavorare in Svizzera. Per molte famiglie della Val Venosta si tratta ormai di una realtà consolidata, frutto non solo della limitata offerta occupazionale, ma anche delle più vantaggiose condizioni economiche. Come emerge da uno studio dell'Ufficio provinciale osservazione mercato del lavoro, sono tra i 1.000 e i 1.500 i pendolari transfrontalieri, circa un quinto di tutti i lavoratori residenti in Val Venosta.

"Si tratta di uno studio complesso e che si basa su numerose fonti e su una grande mole di dati da incrociare", ha spiegato a Malles l'assessore Martha Stocker, che ha sottolineato l'importanza dei transfrontalieri per i loro comuni di origine: "In Alta Venosta, senza l'impatto dei transfrontalieri sul mercato del lavoro e sul ritorno fiscale, la situazione non sarebbe così rosea. Il tema - ha continuato Stocker - è delicato, riguarda anche aspetti come ad esempio la previdenza e la cassa integrazione e per questo motivo è importante monitorare costantemente il fenomeno".

Il direttore di Ripartizione Helmuth Sinn è entrato nei dettagli dello studio: "Solo un paio di svizzeri lavorano in Alta Val Venosta - ha spiegato - mentre nella direzione opposta abbiamo un movimento che riguarda quasi 1.500 persone. L'Austria non si presenta particolarmente interessante, con appena una cinquantina di transfrontalieri, mentre il Cantone dei Grigioni rimane la meta preferita dei pendolari". Le destinazioni principali sono Engadina, Val Monastero e la zona extradoganale di Samnaun: 70 i transfrontalieri venostanti registrati a Scuol, 20 a Valsot, 150 a Zernez, 400 a Val Monastero (150 da Malles, 100 da Tubre, 60 da Sluderno, 60 da Prato allo Stelvio) e 80 a Samnaun. Uno dei dati sorprendenti che emerge dallo studio è il coinvolgimento, seppur limitato, della Val Passiria, che può contare su un numero di lavoratori transfrontalieri compresi tra le 60 e le 70 persone.

Il record nel rapporto fra transfrontalieri e totale degli occupati spetta a Tubre, con il 40% dei lavoratori che quotidianamente si reca in Svizzera, "mentre la media - ha spiegato il direttore dell'Ufficio provinciale osservazione mercato del lavoro Stefan Luther - si attesta attorno al 15%".

Luther ha inoltre presentato il caso di Malles, dove lo studio è stato approfondito: il 9% degli abitanti lavora oltre confine (il 93% in Svizzera, il 7% in Austria), il 60% dei transfrontalieri sono uomini, mentre la distribuzione per fasce di età presenta una distribuzione equa.













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