Via l’interesse nazionale, la Svp ci riprova 

Arrivano in Consiglio e in Regione i disegni di legge sull’autonomia integrale depositati al Senato. Urzì: «La Lega cosa dice?»



BOLZANO. Riecco l’autonomia integrale. In attesa della revisione partecipata dello Statuto, finita in sala d’attesa dopo il flop della Convenzione per l’autonomia, la Svp rilancia il proprio progetto di allargamento delle competenze provinciali e svuotamento della Regione attraverso quattro disegni di legge costituzionali depositati al Senato da Meinhard Durnwalder, Dieter Steger e Julia Unterberger. In particolare il disegno di legge n. 43 rappresenta una riscrittura larghissima dello Statuto di autonomia: «Attribuzione dell’autonomia integrale alle Province autonome di Trento e di Bolzano». Si torna a parlare di cancellazione dell’interesse nazionale. I testi, depositati in marzo al Senato, arrivano ora in discussione a Bolzano: il 29 agosto si riunirà la commissione speciale del consiglio provinciale per esprimere il parere. Poi toccherà al consiglio regionale. In piena campagna elettorale. I disegni di legge sull’autonomia integrale depositati in Senato, spiega Steger, fanno parte del pacchetto di proposte di Karl Zeller e Hans Berger rimaste ferme nell’ordine del giorno ed ereditate dai nuovi senatori. «Li abbiamo solo leggermente attualizzati dopo il fallimento del referendum costituzionale del governo Renzi», spiega Steger. In questa vicenda è importante anche il calendario. La Svp ripresenta il proprio pacchetto di autonomia integrale e sonda il terreno. In Trentino Alto Adige e a Roma la riscrittura dell’autonomia troverà alleati più convinti rispetto al passato? La Lega, ad esempio? Ne è convinto Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore): «Ci siamo. Adesso si scoprono le carte. La Lega ha qualcosa da dire su questo progetto spintissimo? Chiamarlo autonomia integrale è un eufemismo, faremmo primo a definirla secessione interna, in stile catalano. La Svp verifica le reazioni e in base a certi segnali dopo le elezioni provinciali costruirà la giunta provinciale».

Il disegno di legge si apre con l’introduzione della «Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol», con il debutto costituzionale del termine Südtirol in questo contesto. Riassume Urzì: «Il fulcro è l’abolizione dell’interesse nazionale dello Stato sul Trentino Alto Adige: lo Stato viene considerato non titolato a mettere naso nelle questioni interne alle due Province». E poi, tra l’altro, c’è la riscrittura dei poteri tra Stato, Regione e Provincia. La Regione perde ogni funzione legislativa. Diventa organo di consultazione, programmazione e coordinamento. Nei fatti, si legge, Bolzano e Trento, diventano capoluoghi di regione. La Provincia allarga in modo esponenziale le proprie competenze, acquisendone di nuove e trasformando in primarie le competenze concorrenti, oggetto di contenzioso costituzionale. «Rimarrebbero di competenza esclusiva dello Stato unicamente la legislazione in materia di difesa, politica estera e politica monetaria, mentre tutte le restanti materie sarebbero devolute alle due Province autonome», riassume il disegno di legge. Ambiente, scuola, sicurezza del lavoro e molto altro passerebbero in carico alla Provincia. (fr.g.)

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