Via Resia scoppia, si pensa al raddoppio interrato 

La proposta Pd: prima l’allargamento di via Similaun sul parcheggio Telecom Per il futuro: sottoterra dalla rotonda Merano-Mendola al nuovo ponte sull’Isarco


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Se c'è del buio oltre la siepe ( gli assi intasati di viale Druso-via Roma-via Vittorio Veneto), quello è annidato in via Resia. E si spinge fino a Casanova. È lì, nel quotidiano accumularsi del traffico di chi ci abita ("ci mettiamo 20 minuti da via Ortles per immetterci in via Resia" dicono quelli di Casanova) e dei pendolari che imboccano quella direttrice per raggiungere il sogno dell'Arginale, che si sta aprendo un nuovo fronte. Tanto che è già stato elaborato un progetto. Di minima (allargamento a tre corsie in uscita da Casanova) e di massima (il raddoppio di via Resia). Il primo a breve-medio termine, il secondo a lungo. Ma riportando alla luce un vecchio sogno schiacciato dai dinieghi della Svp benedikteriana. Juri Andriollo, presidente della commissione urbanistica comunale, è pronto a farne una proposta di delibera da condividere nei prossimi mesi in consiglio col resto della maggioranza. E intanto lui, Pd come Carlo Bassetti, urbanista, lo presenteranno oggi come gruppo consiliare. Il tema è questo: fare uscire dai margini le periferie. Che sono cresciute, soprattutto Casanova, l'ultimo annesso dopo Firmian a quell'addizione predisposta da Silvano Bassetti per l'"aggressione" a sud dell'espansione urbana, come accumuli di abitazioni senza corrispondenti piani di integrazioni viabilistiche. In sostanza: più case (e più abitanti) ma con le stesse strade di quando lì c'erano migliaia di bolzanini in meno. Ecco come si dipana la proposta di intervento:

Su Casanova - 1) Allargamento di via Ortles da via Similaun a via Resia utilizzando tre corsie di uscita dal quartiere; 2) una sarà a destra per la svolta verso ponte Resia, una centrale preferenziale per i bus e una a sinistra per la svolta verso viale Druso; 3) per l'allargamento, il progetto prevede di utilizzare il parcheggio Telecom, che si potrebbe spostare sul piazzale tra via Ortles e Similaun. Viene definita "soluzione a medio termine" per via della procedura di esproprio dei terreni.

Su via Resia - 1) raddoppio dell'attuale direttrice lungo il confine della zona urbanizzata verso il verde agricolo; 2) Per contrastare "ab initio" le possibili obiezioni che, fin dal lontano passato, avevano frenato la proposta (i timori di ampliare il tessuto urbano fin dentro le campagne a sud della città, il mitico "verde agricolo" che ha bloccato la crescita del capoluogo) si propone di realizzare la via di collegamento in sotterranea. Questo, sull'esempio di quanto realizzato a Merano con la variante MeBo-centro città; 3) la strada verrebbe realizzata partendo dalla rotatoria ex bivio Merano-Mendola , interrata in prossimità dell'attuale parco realizzando quindi le intersezioni con via Merano, via Sassari per collegarsi poi col quartiere Casanova; 4) questa la prima fase, considerando che la conclusione naturale della direttrice sarebbe il proseguimento verso un nuovo ponte sull'Isarco collegando la zona produttiva verso via Einstein.

Questa la bozza. Come si nota, si tratta di due ordini di intervento: uno meno e uno più invasivo; uno sull'esistente e a breve termine, uno da progettare sul medio-lungo periodo. Ma è tuttavia, soprattutto la parte legata al raddoppio di via Resia, un ritorno alle origini della programmazione urbana, quando si pensò a questa soluzione nella prospettiva di un affollamento abitativo sull'asse con i progetti Firmian e Casanova. Ed è storicamente e umanamente significativo che a lavorare sul progetto viabilistico sia oggi Carlo Bassetti, figlio di quel Silvano assessore all'urbanistica che predispose il corrispondente progetto (poi attuato) di espansione coi nuovi quartieri lungo via Resia.

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