IL CASO

Boom di firme a Bolzano per riaprire la caccia al lupo

Petizione lanciata dall'assessore provinciale all'agricoltura



BOLZANO. A dire basta ai lupi, l'assessore altoatesino all'agricoltura Arnold Schuler ora ci prova con una petizione online, in cui si chiede maggiore competenza alla Provincia di Bolzano per la gestione dell'animale, e che in 24 ore ha già raccolto 13.000 firme. Che il lupo in Alto Adige non sia benvenuto lo dimostra il fatto che la scorsa estate Schuler aveva annunciato l'uscita della Provincia autonoma dai progetti per il ripopolamento di lupi WolfAlps. «Ora passiamo all'attacco», aveva minacciato su Facebook, riferendosi alle continue incursioni soprattutto ai danni delle pecore.

La Provincia autonoma, in sostanza, torna a chiedere misure per rendere possibile il prelievo controllato, ovvero l'abbattimento, del lupo in Alto Adige in particolari circostanze. A livello europeo con la petizione si chiede che si adottino immediatamente le necessarie misure per abbassare il livello di tutela. «Il velocissimo incremento della popolazione di lupi in Italia e nella vicina Svizzera genera sempre più conflitti con gli animali d'allevamento, ma anche con l'uomo. Gli alpeggi, a causa della conformazione e dell'orografia del terreno, sono molto difficili da difendere.

La conseguenza più probabile sarà l'abbandono delle malghe», si legge nella petizione. «A ciò si aggiunge il fatto - osserva Schuler - che il lupo sta progressivamente perdendo la naturale timidezza e si avvicina sempre più agli insediamenti antropici ed alle persone, che vedono in questo una minaccia per la propria sicurezza». La petizione sembra un modo per smuovere le acque visto che il Piano lupo del ministero dell'Ambiente è fermo dal 5 dicembre scorso alla Conferenza Stato-Regioni, mentre le pecore continuano ad essere sbranate. Il motivo del blocco è proprio la norma che prevede la possibilità di abbattimento controllato dei lupi, voluta dall'Alto Adige e da alcune altre Regioni, ma contrastata da altre.

Toccherà al prossimo ministro dell'Ambiente decidere se varare o meno il provvedimento e se autorizzare o no la caccia ai lupi. Intanto a Trento lunedì 19 e martedì 20 marzo la coesistenza del lupo e dell'uomo sulle Alpi, sarà al centro di una conferenza, dove fra l'altro verranno presentate alcune soluzioni naturali per contenere la popolazione. Per oltre un secolo, l'Alto Adige era stato privo: l'ultimo esemplare era stato abbattuto nel 1896 in val di Funes. Da pochi anni, con migrazioni da sud e da est, è invece tornato, all'inizio accolto addirittura con curiosità e anche benevolenza. Il clima è però radicalmente cambiato ultimamente, da quando è aumentato il numero di pecore e vitelli sbranati.













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