IL CASO

Abusata da un sacerdote a dodici anni 

Il racconto di Franca dopo un campeggio estivo in Badia: «Ancora oggi quando ne parlo non dormo la notte e vomito»


di Massimiliano Bona


VAL BADIA. Proprio nel giorno in cui l’Australia ha pubblicato i 17 volumi del «Final Report», il rapporto finale della Commissione d'inchiesta sugli abusi sui minori – 2559 accuse raccolte, 230 processi in corso ed in alcune Diocesi la percentuale dei sacerdoti sospettati di pedofilia è addirittura del 15 per cento – anche in Alto Adige si registra una denuncia pesantissima. I fatti sono accaduti in val Badia, durante le vacanze estive organizzate dalla Parrocchia. La vittima è una giovane donna, che ha deciso di far riaffiorare un ricordo che ancora la tormenta. «Sono stata abusata da un sacerdote a 12 anni. Ma ancora oggi, quando ne parlo, non riesco a dormire la notte e, talvolta, vomito»: questa storia, destinata a far discutere, viene raccontata dalla protagonista, che oggi ha poco più di 50 anni, ad oltre 30 di distanza dall'episodio, accaduto durante un campeggio estivo a San Vigilio di Marebbe.

Cosa l'ha convinta a parlare?

«Il fatto di poter aiutare altre ragazze che oggi si trovano nella mia stessa situazione. Denunciare è il minimo che si possa fare per liberarsi, almeno un po', e per difendere sè stessi».

Facciamo un passo indietro. Dove si trovava esattamente?

«Ad un soggiorno estivo organizzato dall'oratorio. Ero una delle ragazze più attive e partecipavo con entusiasmo ad ogni attività. Quel campeggio significava molto per me. Ricordo che a montare le tende fu la Croce Rossa. Quel giorno ero freddo, pioveva».

E lei cosa fece?

«Avevo un mal di schiena terribile, forse a causa proprio del brutto tempo. Andai dal parroco, che da noi ragazzi - ma anche dai nostri genitori - veniva considerato un po' come un Dio. Gli chiesi aiuto per farmi passare i dolori lancinanti all'altezza dei lombi».

Il sacerdote viveva assieme a voi?

«Sì, ma aveva una tenda tutta per sè».

Lui cosa le diede?

«Mi fece sdraiare sul lettino per spalmarmi una pomata. Però, di colpo, mi sfilò le mutandine. Dentro di me ripetevo "ma perché se ho mal di schiena mi massaggia così in basso?”».

Lei ha reagito?

«Ero come paralizzata e non appena mi toccò le parti intime mi bloccai. Diventai rigida. Strinsi forte sperando che finisse tutto in fretta».

Come si è sentita dopo?

«Sporca. Come se fosse stata colpa mia».

Cosa le disse il parroco il giorno dopo?

«Mi chiese se avevo ancora male e se volevo un altro massaggio per riprendermi. Da allora non ho più messo piede in un oratorio».

L'ha più rivisto?

«Quindici anni fa. Oggi ha più di 80 anni e mi hanno detto che vive nel Meranese. A lungo ho pensato che tutta la Chiesa fosse uguale a lui...».

Quanto è durata la violenza?

«Forse 10 minuti ma mi sono sembrate due ore».

L'ha mai raccontato a casa?

«No, mi vergognavo. E anche con i primi fidanzatini ho fatto molta fatica a lasciarmi andare. A fidarmi di loro. Quell’episodio mi ha segnato nell’anima».













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