«Dalla città alla Plose in trenino» 

Bessone (Lega) critica i costi del progetto vincitore e rilancia l’ipotesi di un impianto a cremagliera


di Fabio De Villa


BRESSANONE. Una soluzione diversa da quelle recentemente presentate al pubblico per il collegamento città-montagna da Bressanone alla Plose, arriva dal consigliere Massimo Bessone (Lega). Si tratta di un progetto che arriva direttamente da un brissinese, Gianluca Sozio, un esperto tecnico in ferrovie e cremagliere che opera come consulente in Svizzera, Germania, Francia e in Austria dove è anche direttore della ferrovia a cremagliera dell’Achensee. “Sono anni e anni che si parla di una soluzione per il collegamento Bressanone e la Plose – racconta Bessone – Finalmente in questi giorni sta volgendo al termine un percorso voluto fortemente e giustamente dal sindaco Peter Brunner che ha coinvolto, diversamente dalla scorsa legislatura politica, sia i cittadini che le opposizioni. Sarà la soluzione migliore? Di certo è comunque molto dispendiosa economicamente (si parla di circa 50 milioni complessivi, ndr) e invasiva nella parte sotterranea e sulla sua fattibilità va riflettuto molto. Secondo me - dice Bessone - bisogna attentamente valutare quello il bacino, la posizione e l’introito della Plose, senza dimenticare che, anche se affrontassimo tutta la spesa prevista, avremmo sempre una vecchia cabinovia da sostituire da Sant’Andrea alla cima della Plose. Quindi altre spese e altro lavoro. Con questo non voglio dire che il mio è un giudizio negativo sul progetto vincitore per il collegamento fra città e montagna (un progetto che combina mini-metro cittadina e funivia, ndr), ma semplicemente offro un momento di riflessione. E personalmente mi convince il progetto del trenino a cremagliera di Gianluca Sozio. Insomma se vogliamo un collegamento con la Plose, perché non trovare una soluzione più utile alla cittadinanza, con minor impatto ambientale, costi di realizzazione e manutenzione inferiori? Allora perché non dare spazio anche ad un progetto che porti alla Plose via terra e non sorvolando tetti e case? Un trenino, una cremagliera come quella che collega Innsbruck con la sua montagna per intenderci, non solo non avrebbe quell’impatto ambientale che una funivia comporta, ma potrebbe diventare esso stesso una vera e propria attrazione turistica. Per paradosso il mezzo di trasporto non sarebbe più un compromesso utile, bensì esso stesso diventerebbe il volano per il rilancio della nostra località sciistica. E, se sfruttato a dovere, potrebbe essere un’utile metropolitana di terra, che, senza scavi mastodontici, servirebbe 12 mesi all’anno taluni punti della nostra cittadina e piccoli paesini sulla Plose. In Alto Adige - conclude Bessone - abbiamo già alcune ditte, che oltre ad occuparsi della costruzione di funivie, sono all’avanguardia nella costruzione di metropolitane di superficie, quindi i capitali non uscirebbero dalla nostra provincia. E allora perché non fare una serata informativa ai brissinesi nella quale proporre anche questa soluzione?”.

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