Duecento per l’addio a Monika Gruber 

Commovente il ricordo sul “santino” scelto dai figli: «Quando parlate di me non siate tristi ma fatelo con un sorriso»


di Massimiliano Bona


BRESSANONE. «Quando pensate a me non dovete essere tristi. Se parlate di me fatelo sempre con un sorriso. Lasciatemi un posto fra voi, così come lo ho avuto durante la mia vita terrena»: è questa la frase toccante scelta dai figli Patrick e Manuel per il «santino» della mamma, Monika Gruber, la donna di 57 anni uccisa con una serie di coltellate alla gola e per la cui morte l’unico indagato è il marito Robert Kerer, trovato in stazione dai carabinieri con un foglietto che assomiglia ad una confessione.

Ieri al funerale, nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, hanno partecipato poco meno di duecento persone fra amici e parenti, tutti composti e in silenzio. I familiari «tristi, ma con tanti ricordi felici nel cuore» hanno scelto per l’ultimo saluto un’immagine dolce di Monika con alcuni girasoli e un cielo azzurro sullo sfondo. A piangere questa donna semplice, generosa, determinata e piena d’amore per i figli e i nipoti, anche le due sorelle Annelies e Maria con le rispettive famiglie. Erano in molti, anche ieri nella chiesetta che domina Bressanone, a chiedersi il perché di una tragedia che non ha ancora un movente e che nessuno poteva nemmeno lontanamente prevedere. Un’amica della coppia, con la voce rotta dal pianto, scuoteva la testa. «Robert adorava Monika. Quando ne parlava si capiva che le voleva un gran bene. Monika ha avuto qualche problema di salute ma per quanto ne so ne era anche uscita: erano una coppia collaudata. Di sicuro è una tragedia incredibile per chi resta: i figli e i nipoti a cui Monika era legatissima». Proprio ieri il Procuratore Capo Giancarlo Bramante ha spiegato che i legali dell’unico indagato, il marito Robert, hanno chiesto di poter essere sentiti assieme al loro cliente non appena saranno resi noti i risultati dell’autopsia. Gli inquirenti si aspettano che confessi. Sulla salma di Monika Gruber, ammazzata nel letto matrimoniale, non sono state trovate ferite da difesa: questo è uno degli elementi più importanti emersi dall’esame autoptico affidato ad una professionista dell’Università di Verona. Ieri è stato, però, il giorno del dolore e del ricordo di una donna che amava sorridere e spendersi per chi aveva accanto.

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