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Chiusa. Percorsi e approcci dell’arte sudtirolese a livello locale in un clima di nuove prospettive e cambiamenti, in un secolo tormentato, il Ventesimo. Sarà un testimone degli anni Settanta, Jakob...



Chiusa. Percorsi e approcci dell’arte sudtirolese a livello locale in un clima di nuove prospettive e cambiamenti, in un secolo tormentato, il Ventesimo.

Sarà un testimone degli anni Settanta, Jakob De Chirico, ad inaugurare venerdì 29 marzo con un performance la nuova mostra allestita al museo civico di Chiusa: l’esposizione propone opere della collezione di Daniel Meraner e presenta, tramite una scelta di opere di nomi più o meno noti percorsi e approcci dell’Arte Sudtirolese a livello locale in un clima di nuove prospettive e cambiamenti. Lo sguardo è rivolto specialmente agli artisti della cerchia di Chiusa, sia che si tratti del loro ambito lavorativo e di ispirazione, sia per la scelta dei motivi.

Accanto a dipinti che hanno per soggetto la figura umana, sono esposti principalmente paesaggi e impressioni di scorci urbani, quali punti focali della mostra.

Con la fine della Prima guerra mondiale e i seguenti sconvolgimenti politici, ebbe fine l´epoca d´oro della Colonia artistica di Chiusa.

Fattore aggravante fu inoltre l’inondazione catastrofica del 1921 che immobilizzò la città per oltre tre anni. A seguito di tali eventi anche i contatti artistici con importanti rappresentanti dell’arte moderna tedesca come Kanoldt e Erbslöh non andarono oltre al 1920.

Nonostante ciò, l’ambiente artistico chiusano continuò a vivere, ma al momento si limitò alla tradizione scultorea di forte impronta tradizionale, quali (Gallmetzer, Kargruber e Piffrader.

Già dopo pochi anni però si mostrarono nuovi accenti artistici di lunga portata con personalitá artistiche che ebbero anche un ruolo portante nel Südtiroler Künstlerbund fondato nel 1946. Dopo il 1945, alla cerchia degli artisti chiusani, si aggiungono in seguito anche de Vries e Hofer.

Oltre a questi artisti oriundi di Chiusa o che qui operavano, vanno presi in considerazione anche altri artisti locali, come Telfner, Atzwanger, Durst e Lanzinger.

Un’esposizione, dunque, che consente di conoscere di più e meglio le opere di artisti locali, le cui opere non sempre riescono ad essere valorizzate adeguatamente. L.M.

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