in consiglio 

Teleriscaldamento in attivo 

Il bilancio della Bressanone Varna è positivo. Ridotto il debito



BRESSANONE. Tempo di bilanci per la società consortile Teleriscaldamento Varna Bressanone Scarl che ha presentato il suo resoconto in occasione della riunione del consiglio comunale di Varna. Alexander Tauber, consigliere comunale e presidente della suddetta società consortile Teleriscaldamento Varna Bressanone Scarl, ha presentato il bilancio risalente all’anno passato e alcune statistiche in merito. Per l'occasione è stato fatto riferimento a programmi e previsioni per il 2019. La società ha concluso egregiamente anche quest’anno, seguendo un trend che le ha permesso di ridurre i propri debiti da 8,7 a 5,3 milioni di euro, in largo anticipo rispetto alla previsione del piano d’affari presentato a suo tempo. La società gestisce la centrale di teleriscaldamento a biomassa di Varna e due aziende elettriche di Scaleres. Detiene inoltre una partecipazione dell’80% nella società Naz- Sciaves Srl, responsabile del teleriscaldamento nel comune di Naz-Sciaves. La gestione è in mano al presidente Alexander Tauber, rappresentate del comune di Varna che detiene il 51% delle quote della società e a Wofgang Plank, rappresentante dell’azienda servizi municipale di Bressanone Spa, che ne detiene il 49%. Nell’aprile 2018 è stato decostituito il consiglio di amministrazione e nominato un unico presidente e gestore nella persona di Alexander Tauber. Wolfgang Plank ha ottenuto la carica di procuratore generale. Al consiglio comunale sono stati presentati i punti fondamentali del bilancio che chiude in attivo di 60.000 euro. La società ha investito complessivamente 17,2 milioni di euro nell’impianto di teleriscaldamento di Varna e nelle due aziende elettriche di Scaleres. Nel corso degli ultimi due anni si è potuta già restituire una cifra pari a 3,4 milioni di euro. La società ha apportato un notevole guadagno anche all’economia locale e ai circuiti locali. Il cippato necessario alla combustione proviene esclusivamente da segherie sudtirolesi. Solo nel 2017 si parla di 70.000 metri quadri per un valore complessivo di 1,4 milioni di euro. Inoltre, i possessori di boschi nelle vicinanze hanno fornito anche 7000 metri cubi di legname da ardere. Purtroppo però, negli ultimi anni si è ridotta la quantità di legname impiegata negli impianti, da 12.000 metri cubi a 7000 metri cubi. Il motivo è da ravvisarsi nella mancanza del diritto d’usufrutto. L’impianto ha mantenuto costanti i prezzi contribuendo in questo modo alla coltivazione dei boschi. (fdv)













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